Il bene che permane. Dialoghi di Famiglie per l’Accoglienza
a cura di Marco Mazzi, Massimo Orselli, Simona Sarti, Itaca 2020
Il bene che permane.
È il filo conduttore profondo di tante, forse tutte, le storie di accoglienza raccontate e condivise nel seminario dei responsabili di Famiglie per l’Accoglienza nel novembre 2019 a Peschiera del Garda.
Questo libro raccoglie quello che ci siamo detti e abbiamo ascoltato in quell’occasione: non può trasmettere il calore degli sguardi e delle lacrime, dei sorrisi e delle mani che si stringono, ma cerca di raccontare la ricchezza dell’esperienza vissuta e metterla a disposizione di tutti.
È lo spunto per documentare che l’esperienza dell’accoglienza è un bene per tutti, non solo per il bambino o la persona accolta, ma per la famiglia che accoglie, per la famiglia del minore allontanato che vive un momento di difficoltà e per l’intera realtà sociale.
Questo libro, perciò, vuole essere anche un contributo al rilancio della cultura dell’accoglienza, di quell’esperienza che rende possibile incontrare e offrire in ogni circostanza un abbraccio gratuito.
Che il bene accada e si sviluppi con pazienza nel tempo è soprattutto un dono, una grazia, ma misteriosamente passa anche attraverso il nostro lavoro, la nostra conversione, il nostro io che si mette in gioco con tutta l’ampiezza della sua attesa e del suo desiderio.
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Adozione. Generare un figlio già nato
a cura di Lia Sanicola, Cantagalli 2007
Questo libro nasce dall’esigenza di offrire alle famiglie adottive uno strumento di lavoro perché l’esperienza in cui si sono avventurate possa essere sostenuta.
Gli autori sono esperti i quali hanno condiviso una storia con le famiglie, essendo essi stessi genitori adottivi o professionisti che hanno accompagnato altri adulti in questo difficile quanto affascinante cammino.
L’adozione mette alla prova la capacità umana di superare l’estraneità dell’altro, rendendolo familiare in una reciprocità di paternità e di figliolanza che costituiscono un’avventura anche per i propri figli naturali; nello stesso tempo non è la capacità umana che permette il superamento di questa estraneità, ma un avvenimento, qualcosa che nel rapporto avviene, perché mosso da un potente desiderio di felicità radicata nel cuore di ogni uomo, di attesa di un destino buono che si spera e si crede possibile. Un bisogno, una mancanza, una ferita possono essere riletti e compresi come eventi provvidenziali poiché permettono di riscoprire che solo un desiderio di compimento reciproco può consentire di incontrare l’altro, accoglierlo come figlio ed essere riconosciuto come genitore.
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Sorpresi dalla gratuità
di Mauro Giuseppe Lepori, Cantagalli 2007
Nulla sorprende più che la gratuità di Cristo che nessuna rapina umana può vincere. Lo afferrano, lo legano. Gli strappano la vita e Lui, attraverso tutto questo, si dona gratuitamente, in totale libertà. Da questa grazia di possedere gratuitamente tutto ciò che l’uomo è intento ad afferrare parte l’annuncio della Chiesa nel mondo. Nulla può superare la gratuità di Dio, poiché nulla è più grande dell’infinito. II “di più” rispetto alla Sua gratuità infinita è la sorprendente possibilità che essa investa la nostra libertà e diventi anche gratuità nostra.
Gesù, nel mandare in missione gli apostoli, li invita e li abilita, infatti, a dare gratuitamente come gratuitamente hanno ricevuto. Si realizza così nell’uomo l’immagine e la somiglianza di Dio. Se l’odierna cultura della rapacità, del disprezzo della vita e dell’amore gratuito, sembra intonare un canto di vittoria, l’amore gratuito di Cristo rigenera il tempo e la storia, suscitando un popolo che, sorpreso dalla grazia, con umiltà e speranza si ferma ad accompagnare l’umanità ferita verso l’abbraccio misericordioso della carità del Padre.
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L’eroico quotidiano
a cura di Marco Mazzi, Cantagalli 2007
Famiglie per l’Accoglienza è una storia di storie, alcune clamorose come adottare un bambino con handicap e accompagnarlo per tutta la vita, oppure prendere in casa una ragazza madre con tutti i suoi problemi, o l’affido di un adolescente in difficoltà; altre assoluta¬mente semplici, come dare un pasto e far fare i compiti al compagno di scuola dei propri figli, o aiutare una famiglia che accoglie. Tutte segnate dalla quotidianità della famiglia che ha dilatato la propria vita fino ai confini della vita della persona accolta, implicandola in essa come si fa con un figlio.
Perciò l’eroico quotidiano non come una bravura, ma come partecipazione a una novità che eccede la misura e la capacità della singola famiglia, che pure passa attraverso l’offerta commossa di sé, di quello che si è, dalla propria casa alle circostanze quotidiane. Un cammino di certezza e di libertà, a volte carico di sacrificio e anche di sofferenza, talvolta di apparente insuccesso ma certo di un bene che non è solo quello che si fa, quanto ciò di cui si è partecipi, l’amore di Cristo che si china sul dolore dell’uomo e lo abbraccia.
Questo testo raccoglie alcuni contributi tra i più significativi che eminenti personalità e studiosi hanno offerto in occasione del 25° dalla Fondazione dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza.
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Sognare e crescere il figlio di un’altra donna. Ascoltando e sperando con i genitori adottivi
di Marco Mastella, Cantagalli 2009
Questo libro sull’esperienza adottiva è rivolto in particolare ai genitori, naturali, adottivi o aspiranti tali. Nasce da un lungo lavoro di riflessione e rielaborazione della propria esperienza profonda da parte di un gruppo di genitori adottivi, che si sono ritrovati periodicamente con l’aiuto di uno psicoanalista.
Attraverso l’ascolto delle problematiche contingenti ed attuali, nonché dei sogni che venivano riportati, è stata esplorata la costruzione dei legami e della relazione genitori-figlio. Nel quotidiano, nell’esercizio della genitorialità, si alternano momenti di crisi, momenti di quiete, passaggi talora poetici, di dolore ma anche di profonda soddisfazione e gioia nel trasmettere la vita affettiva, psichica e culturale.
Con questo libro si desidera suscitare echi emotivi ed associativi e, possibilmente, sogni e fantasie nei lettori, che li avvicinino ulteriormente, garbatamente al mondo interno, ai vissuti e alle fantasie dei loro figli, rispettandone i confini e l’originalità.
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Ho imparato a chiamarti figlio
di Cristiano Guarneri, Cantagalli 2009
prefazione di Julián Carrón
Questo non è un libro di consigli utili. Né, tanto meno, il tentativo di riproporre valori oggi messi in angolo. Raccoglie 14 storie che si dipanano in quel luogo originalissimo e insieme antico che è la famiglia. Storie vere di famiglie vere, che l’Autore ha incontrato una ad una in un lungo e commovente itinerario di conoscenza.
Famiglie che hanno fatto dell’affido di minori in difficoltà la loro forma di accoglienza a cui nulla è risparmiato: la fatica del lavoro, le incombenze domestiche, il tirar grandi i figli, le spigolosità del rapporto di coppia. Gli errori e le cose buone.
Il filo che accomuna ogni storia è duplice. Il primo è che tutti i protagonisti appartengono all’Associazione “Fraternità”, nata nel 1984 e sviluppatasi negli anni soprattutto nel nord Italia, che affianca le famiglie affidatarie nel rapporto con i minori, i Servizi sociali e i Tribunali. Chi ne fa parte la considera una vera e propria “famiglia allargata”. Il secondo è che la scelta di accoglienza dei protagonisti in nessun caso è frutto di intenzioni premeditate.
Famiglie per l’Accoglienza volentieri ospita nella propria collana questo volume, nato in seno all’Ass. Fraternità, con la quale fin dagli albori ha condiviso origine e scopi.
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Affido: una famiglia per crescere
a cura di Tiziana Camera e Rosi Serio, Cantagalli 2011
Famiglie per l’Accoglienza è una storia che negli ultimi 30 anni ha visto insieme famiglie, con percorsi diversi e straordinari nella loro semplicità o eccezionalità, insieme ad esperti professionisti che hanno condiviso le esperienze di accoglienza e hanno offerto il proprio lavoro e la loro competenza per far crescere e maturare questa storia.
Con questo libro vogliamo documentare la ricchezza che negli anni si è consolidata ed approfondita rispetto a quella esperienza di accoglienza così complessa ma “possibile” che è l’affido familiare: per le famiglie che l’hanno sperimentato, è sicuramente un’occasione per educarsi a vivere con gratitudine la propria paternità e maternità ed è un gesto che non rimane circoscritto dentro le mura di casa ma esprime ed indica un bene per tutti. L’affido infatti ha in sé, nella sua stessa concezione, un valore pubblico perché afferma un bene realizzabile anche in situazioni di grave disagio e si caratterizza come gesto “sussidiario” rispetto alla famiglia in difficoltà e all’ente pubblico che ha il compito di rispondere ad un bisogno.
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Dalla tenda alla casa. La mia vita rinata in un incontro
Novella Scardovi, Itaca 2009
Il racconto della propria vita che Novella, fondatrice della Casa d’Accoglienza San Giuseppe e Santa Rita, dettò a un amico nell’estate 1992. Dall’incontro all’opera attraverso il dilatarsi del cuore.
Maria Novella Ravaglia Scardovi è la fondatrice della Casa d’accoglienza San Giuseppe e Santa Rita che sorge a Castel Bolognese, piccolo paese della Romagna. La storia dell’opera si intreccia con quella della sua vita, rinnovata da un incontro, avvenuto in un campeggio, che le restituisce la certezza della radicale positività del vivere.
Dilatare a tutti l’avvenimento che aveva salvato lei e il suo matrimonio diventa l’urgenza di ogni giorno. Il 22 maggio 1978, festa di santa Rita, ha la prima intuizione di una casa dove accogliere bambini. Un sogno che sembra impossibile da realizzare per lei, casalinga, e per il marito Giuliano, vigile urbano. L’incontro con l’associazione Famiglie per l’Accoglienza, il sostegno della Compagnia delle Opere e il costituirsi attorno alla loro famiglia di una vasta rete di amici, sono la strada che porta a compimento il suo desiderio di costruzione.
Il 17 marzo 1996 viene inaugurata la casa. Poche settimane dopo, l’8 maggio, Novella muore in seguito a un incidente stradale, ma l’opera continua a vivere e si dilata grazie agli amici che con lei l’avevano edificata. La casa genera altre case che ne proseguono il carisma: vivere l’eccezionale nel quotidiano.
Prefazione di Giorgio Vittadini, contributi di Adele Tellarini, Chiara Scardovi, Fabio Catani
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