In alcuni casi si fa ricorso al supporto di figure professionali, per alleggerire il carico della famiglia ed offrire il massimo aiuto ai minori.
In tre case su cinque sono stati inseriti degli educatori professionali e in una è stato attivato un progetto di servizio civile. Gli educatori svolgono compiti quali l’aiuto allo studio, l’accompagnamento dei minori a scuola e nelle attività sportive prescelte, la collaborazione nella gestione della casa, la copertura dei tempi forti come il momento dei pasti, la presa in carico specifica di ragazzi problematici.
Si tratta di un compito molto delicato di integrazione e di supplenza, ma mai di sostituzione, poiché all’educatore viene richiesto di rimandare sempre il minore all’autorità del genitore.
Oltre agli educatori, altre figure professionali operano a vantaggio dei minori: si tratta generalmente di specialisti quali assistenti sociali e psicologi del territorio, che intervengono al bisogno o stabilmente per monitorare le situazioni difficili, valutare periodicamente la situazione di ogni minore, vagliare le nuove richieste di accoglienza, sostenere la coppia laddove necessario.
Nella maggior parte dei casi questi interventi sono strutturati in un gruppo di lavoro o équipe che si ritrova con la famiglie stabilmente e con periodicità mensile. Una neuropsichiatra infantile, inoltre, viene interpellata al bisogno, per i minori particolarmente problematici e con un profilo clinico complesso. Nella maggior parte delle Case queste figure professionali collaborano anche con l’Associazione Famiglie per l’Accoglienza. Le prestazioni sono generalmente a titolo gratuito.
Le Case possono contare anche sulla collaborazione dei responsabili locali dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza: alcuni di essi partecipano alle équipe e mettono a disposizione sia la loro esperienza di famiglie affidatarie, sia la loro trama di relazioni per il raggiungimento degli scopi delle case.