La storia
La famiglia Garbujo, composta da Silvia e Gimmi e da quattro figli, aveva già avuto numerose esperienze di affido prima della proposta dei responsabili della USSL 22 di Verona. Il servizio era, infatti, alla ricerca di una famiglia – con figli e ben inserita in una solida rete di rapporti – che continuasse e rilanciasse l’esperienza dell’accoglienza svolta in una sua struttura, sin dal 1993, da un’altro nucleo familiare. Per questo motivo la USSL si è rivolta all’Associazione Famiglie per l’Accoglienza. Gimmi e Silvia hanno verificato e approfondito la proposta e quindi offerto la loro disponibilità, avviandosi in un percorso di verifica con assistenti sociali e psicologi. Il maggiore impegno è stato lasciare la propria casa di origine e aiutare i figli naturali a maturare la loro disponibilità a condividere l’esperienza e a fidarsi della scelta dei genitori.
La forma giuridica
Nel settembre 2007 è stato formalmente costituita la Comunità Familiare San Benedetto, secondo i requisiti richiesti dalla Regione Veneto.
Contestualmente è stata stipulata una convenzione tra la USSL 22 con sede a Bussolengo e la famiglia Garbujo, in qualità di gestori, della durata di quattro anni, con l’indicazione degli impegni economici. Nel regolamento della Comunità Familiare sono previsti il numero e i requisiti relativi all’accesso di minori accolti (massimo 6); le attività e i servizi da fornire; le modalità di rapporto con gli operatori USSL.
La struttura
La casa, di proprietà del Comune, è grande e accogliente e si articola su tre piani. Al piano terra si trovano la cucina, il salotto, un bagno e la lavanderia: all’esterno è situato un porticato con una vetrata che permette un’ampia vista sul giardino, curato in ogni dettaglio. Al primo piano ci sono 4 camere da letto, un bagno e un’aula studio/gioco. Al secondo piano ci sono 4 camere da letto, un bagno e un ripostiglio.
Intorno alla casa c’è un ampio spazio verde in cui è stata istallata una piscina e ci sono vari animali, tra cui galline e un cane, addestrato per la pet therapy, di cui si occupano a turno i ragazzi.
Di fianco alla casa un vecchio capannone ristrutturato è stato adibito a luogo di studio e di incontro per i ragazzi. E’ evidente il notevole investimento realizzato per creare un luogo confortevole e che risponda ai bisogni di chi ci vive.
Il funzionamento della Casa
Durante l’anno i ritmi dei ragazzi sono scanditi dalla scuola e dagli impegni pomeridiani. Il giovedì mattina, i genitori incontrano i due educatori che prestano servizio nella casa per fare il punto sui ragazzi e sulla gestione di vari momenti della casa. I rapporti con i servizi si svolgono generalmente alla mattina quando i ragazzi sono a scuola. Ogni 15 giorni famiglia e educatori si incontrano con l’assistente sociale coordinatrice della casa.
I genitori si avvalgono, a sostegno della propria opera, anche della partecipazione al direttivo dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza e dei gruppi di lavoro dei volontari, che si svolgono ogni 15 giorni in estate o secondo il bisogno.
Presso la casa si svolgono inoltre incontri di formazione per le famiglie, gruppi AMA sull’affido, convivenze per famiglie e ragazzi, momenti di testimonianza per ragazzi, incontri pubblici aperti al territorio per un totale di circa 1000 presenze all’anno.
Il metodo educativo
La famiglia Garbujo ha sperimentato che il modo più efficace per prendersi cura di ogni minore nella sua interezza è quello di pensare agli interventi educativi non tanto a partire dalle cause o dalle categorie comportamentali dei ragazzi quanto mettendo al centro la specificità del singolo soggetto, la sua peculiare storia, il suo specifico presente.
I ragazzi accolti
Dopo meno di un anno dall’avvio della casa-famiglia, sono stati accolti già cinque adolescenti. Attualmente i ragazzi residenti sono quattro. Nell’arco di cinque anni Casa San Benedetto ha accolto 10 minori.
I minori provengono dai Comuni situati nell’ambito del territorio della USLL 22 sulla base di provvedimenti di affido sia a carattere consensuale che giudiziario. In ogni caso, vista la peculiarità della comunità familiare, i contatti con la famiglia di origine vengono mantenuti, promossi ed incentivati secondo i tempi previsti dal progetto educativo di ogni minore e in stretto collegamento con l’assistente sociale coordinatrice della comunità. I ragazzi sono stimolati a partecipare attivamente alla vita della casa dando il proprio contributo; inoltre sono seguiti da educatori e volontari nei compiti e fanno sport. Nel tempo si osservano in loro significativi cambiamenti. Innanzitutto una maggiore cura di sé, nel vestire e nel modo di presentarsi, un amore verso se stessi che imparano prima di tutto dalla cura dei genitori affidatari e che accresce in loro l’autostima, rendendoli più tranquilli e sicuri. I ragazzi cominciano a prendersi delle responsabilità, come accudire gli animali domestici ed essere costanti nel praticare gli sport. Altri miglioramenti si segnalano nei rapporti con i genitori naturali e nell’inizio di un lavoro di elaborazione del proprio passato.
Le figure professionali e i volontari
La casa può contare sull’aiuto stabile di figure professionali. Sono presenti tre educatori e una collaboratrice per attività domestiche.
Presso la Casa è inoltre presente un volontario di servizio civile, nell’ambito di un progetto attivato da Famiglie per l’Accoglienza. I coniugi hanno anche il riferimento di uno psicologo e di un’assistente sociale, che collaborano con l’Associazione da tempo.
Presso la Casa San Benedetto una volta al mese si svolge il gruppo di mutuo aiuto per l’affido promosso da Famiglie per l’Accoglienza a cui i coniugi partecipano.
Vi si svolgono infine momenti formativi, come la Scuola Opere di Carità in video-conferenza, che vengono aperti anche ai volontari. I coniugi Garbujo desiderano, infatti, che Casa San Benedetto sia un luogo di diffusione ed una cassa di risonanza per la cultura dell’accoglienza.
Operano anche molti volontari, sia singoli che associati. Dopo circa un anno dall’avvio della casa è stata costituita un’associazione di volontariato, “Amici Casa San Benedetto”, che risponde ai requisiti della legge 266/91 ed è iscritta all’albo regionale delle Associazioni di Volontariato con il n. VR0141.
Il ruolo dei volontari, come pure degli amici della famiglia accogliente, all’interno della casa si caratterizza per la capacità di risposta al bisogno ed in tempo reale, sia dal punto di vista concreto e materiale sia sul piano relazionale. La frequenza della loro presenza nella casa è dettata dalla natura del bisogno. Ad esempio, il locale dove si fanno i compiti è stato costruito nel 2007 da una ventina di papà che hanno lavorato una sera a settimana per 4-5 mesi.
I rapporti con il territorio
Sul territorio non esistono altre strutture simili a Casa San Benedetto. Per far conoscere l’esperienza viene organizzato un evento annuale aperto a tutti, la Festa della Casa. Inoltre , durante l’anno scolastico per due pomeriggi alla settimana, vengono accolti una quindicina di bambini del quartiere per giocare nel giardino della Casa. Nel 2010 è iniziato un rapporto di amicizia con i responsabili del Lions Club territoriale. Il Club ha organizzato delle manifestazioni per sostenere alcune necessità della Casa. Nel giugno del 2011 si è svolto un incontro culturale e di testimonianze a cui hanno partecipato 500 persone.
Recapiti
Via Spallazzani, 26
Villafranca di Verona
37969 VERONA
Telefono: 045.9616159
Email: info@amicicasasanbenedetto.it
Sito: www.casasanbenedetto.it