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Francesca: “Nella fatica ci può essere il compimento della persona”.

Dopo l’incontro di fine anno a Pescara, Francesca dice grazie agli amici di Famiglie per l’Accoglienza e racconta “il Natale più bello da quando siamo sposati”

Mentre andavo in macchina all’incontro di fine anno delle Famiglie per l’Accoglienza, riflettevo sull’anno che sta per finire e sull’editoriale di Marco Mazzi sulla Misericordia (Novembre 2016), tema della serata. Durante l’incontro ho voluto testimoniare agli amici presenti il nostro grazie per averci accolti, dopo qualche anno dall’adozione di nostro figlio, ora ventunenne e accompagnato nel difficile cammino.

Quante volte io e mio marito siamo andati agli incontri scoraggiati, addolorati e disperati! Uscendo riscoprivamo le motivazioni, e rimettevamo Cristo al centro della nostra esperienza. La gratuità era molto difficile da esercitare e molto frustrante, ma le testimonianze degli amici, soprattutto quelle delle persone più coraggiose, ci hanno dato forza e fatto capire che nella fatica ci può essere il compimento della persona, e che quella fatica ci faceva scendere in profondità.

Oggi nostro figlio, accettando di fare un percorso formativo in un’altra città, per la prima volta ci ha detto: “Grazie!”. Il primo grazie sentito e spontaneo, dopo 12 anni dall’adozione. Mi ha detto: ”vi ripagherò di tutte le spese sostenute portando a termine il corso con successo”: d’improvviso è diventato collaborativo, organizzato, calmo. Nel suo cuore, anche nei momenti di più forte rifiuto , abbiamo sempre visto una bontà, una fiamma che poteva ardere e svilupparsi, e che si stava realizzando.

Nel gruppo affido di Famiglie per l’Accoglienza abbiamo scoperto che invece di chiuderci, appesan­titi come eravamo dal difficile rapporto con nostro figlio, potevamo aprirci ancora all’accoglienza. Abbiamo fatto esperienza di un lungo avvicinamento ad una bimba per un affido Italiano, che da anni ospitiamo per alcuni mesi l’anno, una bellissima bimba di 11 anni bielorussa. Nostro figlio è sempre stato diffidente e geloso verso la bimba, rifiutandola. Quest’anno, parlandosi al telefono, lei gli ha detto: ”ti voglio bene”, e lui ha risposto: “Anch’io”.

Negli anni abbiamo imparato veramente, per usare le parole di Marco Mazzi, ad attendere umilmente con speranza, a mendicare l’abbraccio della Misericordia per noi e per nostro figlio. Questo per me e mio marito, è stato il Natale più bello da quando siamo sposati.
Un caro abbraccio.

Francesca

Gennaio 2017