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Ospitalità di bambini e ragazzi ucraini: da Kiev a Seriate “lavori in corso”.

Progetto “Figli della Speranza”: da Kiev a Seriate “lavori in corso”. Sono più di 40 le famiglie che a Milano, Bergamo e Varese hanno risposto all’appello per ospitare figli di profughi o di combattenti del conflitto dell’Ucraina: sono i “figli della speranza”, bambini e ragazzi ucraini dai 6 ai 15 anni che saranno ospitati in famiglia con l’intento di restituirli più sereni ai loro genitori e parenti profughi a Kiev a causa del conflitto nel Donbass.

L’amicizia tra Famiglie per l’Accoglienza e le comunità ortodosse di Milano e di Kiev sta dando giorno per giorno frutti meravigliosi. Alle ospitalità che si prepara per l’estate prossima dei bambini delle zone di guerra, si è aggiunta nei mesi scorsi l’accoglienza di ragazzi universitari di Mosca e Kiev, ospiti per alcuni mesi per uno scambio culturale. Ma un aspetto inatteso di questa storia di accoglienza e solidarietà tra famiglie italiane e ucraine è stato proprio il dilatarsi di una amicizia cristiana tra le comunità ortodosse lombarde e la nostra esperienza.

Per favorire la conoscenza della storia dei bambini accolti e delle loro famiglie d’origine, lo scorso 6 marzo le famiglie che hanno aderito al progetto “Figli della Speranza” sono state invitate a Seriate, sede storica di Russia Cristiana, dove è stato possibile ascoltare dalla viva voce di Katia e vedere attraverso immagini fotografiche la drammatica storia che dalla rivolta della piazza Maidan di Kiev ha portato all’attuale conflitto ancora non risolto dell’Est dell’Ucraina. Katia ha raccontato della propria disperazione dinanzi alla repressione e alla morte violenta di un suo caro amico, e come lei stessa ha potuto ritrovare una nuova speranza grazie all’amicizia cristiana. Così, davanti ai profughi che affollavano Kiev, lei e i suoi amici hanno deciso di rispondere con una nuova speranza, la stessa speranza che gli otto bambini e ragazzi già accolti la scorsa estate hanno portato ai loro genitori. Come nel caso di Mascia, la figlia di un militare ferito e reduce disoccupato, che ha restituito ai suoi genitori la voglia di vivere e lottare per il suo futuro, o come nel caso di due ragazzi adolescenti, uno figlio di un militare, l’altro figlio di profughi, che avevano tutte le ragioni per guardarsi con ostilità, e che dopo l’estate trascorsa nella stessa famiglia di Bergamo che li ha accolti entrambi hanno portato la loro inaspettata amicizia tra le rispettive famiglie d’origine.

“Questa ritrovata speranza – ha commentato don Francesco Braschi, Presidente di Russia Cristiana – è un servizio alla storia dell’Ucraina, chiamata a pensare ad un futuro diverso dalle logiche della contrapposizione, ma è anche un grande servizio alla Chiesa che si ritrova così sempre capace di generare nuovi figli, anche nelle situazioni più ‘di emergenza’. Anche questa iniziativa è segno  di una rinnovata amicizia solidale tra cattolici e ortodossi, che sta preparando e vivendo la nuova stagione del dialogo tra le due chiese, nella forma attenta alla persona inaugurata all’Avana da papa Francesco e dal patriarca Kirill”.

marzo 2016
Giorgio Cavalli