“Un filo che ci unisce”. Simona racconta la festa di fine anno sociale di Bergamo
“L’accoglienza: volto della speranza” è il titolo dato alla festa di fine anno di Famiglie per l’Accoglienza di Bergamo che ci ha radunati in tanti presso il Santuario della Basella, sabato 25 maggio 2024.
Io conosco questa associazione da molti anni e, anche se non ho avuto esperienze dirette di affido o adozione, mi sono sempre sentita accolta e compresa dalle persone di questa compagnia. Ultimamente sto sperimentando come l’amicizia con alcuni di loro, anche all’interno del gruppo ospitalità, mi sta sostenere a sostenere, comprendere e abbracciare la mia storia e a vivere la mia famiglia come un luogo dove il Signore è sempre presente.
Il momento della Messa ha aperto il gesto e poi Lorenza e Roberto , una coppia che ha incontrato recentemente l’associazione in occasione dell’accoglienza di alcune famiglie ucraine, ci hanno regalato la loro testimonianza. Hanno parlato di un filo che unisce e ci lega, un filo iniziato alcuni anni fa accogliendo ed accompagnando la bambina malata di una di queste donne ucraine che li ha portati quest’anno ad accogliere un ragazzo di 18 anni per l’intero anno scolastico . “Questo ragazzo ha avuto la capacità di ‘stanarci’ dalle nostre abitudini consolidate per età e per carattere e ci ha letteralmente ribaltati in positivo, facendoci riscoprire la nostra vocazione di madre e padre.” ha raccontato Lorenza.
E questo ragazzo così parla di loro: “Sono orgoglioso di averli nella mia vita e mi hanno insegnato tante cose, mi rallegrano sempre e quando li vedo sono veramente felicissimo perché, nonostante le problematiche che ho, li capisco e loro mi capiscono in tante circostanze . Voglio un mondo di bene a questi ragazzi dai capelli bianchi.”
Durante la testimonianza i bambini sono stati impegnati insieme a un’educatrice in laboratori dal tema “il filo racconta” e i ragazzi preadolescenti hanno concluso il laboratorio teatrale sulle emozioni avviato con un’attrice professionista all’inizio dell’anno e proseguito una volta al mese mentre i genitori erano impegnati nel lavoro di condivisione del ‘gruppo adozione’. Un’attenzione per ognuno, grandi e piccoli, che mi ha molto colpito. A seguire abbiamo cen ato insieme. Avevo dato la disponibilità a preparare la sala per la cena perché volevo anch’io contribuire alla riuscita del gesto, pensando di fare una piccola cosa. Ma nello svolgersi della serata mi è venuto naturale coinvolgermi servendo ai tavoli e riordinando dopo cena. Nel servire ho avuto modo di incontrare, anche solo con uno sguardo o un breve saluto, tante persone diverse tra loro, famiglie giovani con i loro bimbi, ragazzi e famiglie meno giovani ed era evidente che tutte erano lì con una grande domanda, grati di quell’incontro come era stato per me, grazie a un filo che lungo la vita mi ha portato a quella festa di fine anno.
La giornata si è conclusa con dei canti in compagnia e la festa di benvenuto al bambino arrivato quest’anno.
Simona