Solo l’amore crea, e il perdono ricrea. Dialogo con don Carlo
Domenica 26 novembre 2023, a Treviso, si sono incontrate le famiglie dell’associazione provenienti da tutto il Veneto. Dopo la messa nella bellissima chiesa di San Francesco, presenti circa 120 adulti e 25 bambini dell’associazione, è seguito un momento di dialogo con don Carlo Grillini, sacerdote romagnolo già amico della nostra esperienza, a partire dal tema: il primo ambito di accoglienza è il rapporto coniugale e ha come orizzonte il mondo. Viviamo questa esperienza? Dove ci incastriamo? Cosa ci rilancia?
L’incontro si è aperto con il saluto di padre Oliviero, il nostro ospite francescano, che ci ha ricordato che il quotidiano non è mai banale, e sintetizzato il tema dell’incontro con le parole di San Massimiliano Kolbe, solo l’amore crea, e il perdono ricrea.
Riportiamo di seguito alcuni spunti del dialogo che ne è seguito con don Carlo.
Domanda. Ci si sposa, si è pronti a consegnare tutta la vita. Poi ci si incastra migliaia di volte. Ci si accorge dell’infinita libertà dell’altro. Desiderando il bene, ci si accorge di non essere capaci di portarlo. Restiamo sulla soglia, ci consumiamo nell’attesa. Come vivere con verità questa posizione?
La libertà dell’altro che non è dominabile, solo il cristianesimo riconosce questo. La libertà è drammatica perché non la controlli. Un amante ha un amore totale, ama anche chi lo tradisce, ma non vuole dominarlo. La cosa più bella di tua moglie è che è libera. Il corpo ti tradisce, la natura è matrigna. C’è una sola cosa che nel tempo cresce in bellezza: la libertà. Quando siamo bambini la libertà è piccola, la libertà bisogna educarla perchè diventi sempre più libera. Questo fa sentire la drammaticità del rapporto. Se l’attesa logora, significa che non è attesa di Cristo. Nella vita, lungo il cammino, il vigore naturalmente cala, ma per chi segue Dio il vigore cresce: “Chi spera nel Signore mette ali d’aquila” (Isaia 40, 31). Da rimettere a fuoco è la coscienza della fede. Il partner non è tutto. Noi siamo fatti per il tutto, non basta neanche l’amore ricevuto. I bambini sono felici se si sentono amati, ma, quando crescono, guai se gli basta l’amore ricevuto. Devi infiammare il tuo cuore. Noi non siamo felici solo perché Dio ci ama, noi siamo felici quando amiamo a nostra volta, imitando Dio. Dio ha sempre bisogno di un segno umano, ma il segno serve per parlare con chi c’è dietro. Tu hai bisogno di rimettere a fuoco che siete l’un per l’altro segno. Non segno della compagnia, ma segno di Dio. Alla fine bisogna diventare santi. Non ce la caviamo con le mezze misure.
Domanda. Il primo luogo di preferenza è nel rapporto matrimoniale. Ma viene a mancare quello stupore della sua presenza, e ci blocchiamo nei limiti dell’altro. Come sentirsi preferiti, con una preferenza umana, anche se non c’è riscontro nell’altro?
Lo stupore che viene a mancare non è uno stupore per l’infinito. Se viene a mancare è perché non era Dio che ti stupiva. Ti sei fermato al vetro, senza accorgerti della luce del sole che lo illumina e lo attraversa. La natura delude. Ti stupiva un segno di Dio ma ti fermavi lì. Che il primo luogo di preferenza sia il rapporto con il coniuge è vero per vicinanza ma non è vero come fondamento. Noi cristiani andiamo a sposarci in chiesa perché non ci basta il segno naturale. Nella chiesa ci sono dei segni che non vengono mai meno, i sacramenti. Il vero nemico del cristiano non sono i grandi peccati, ma i piccoli desideri, la meschinità dei desideri. Se abbracci la donna senza parlare con Dio non vai a fondo. Per andare a fondo dei segni bisogna fare un lavoro. “Fate questo in memoria di me”. Fare memoria cosa vuol dire? Come la Madonna: tutti si stupivano delle cose che accadevano, ma finiva lì. La Madonna conservava tutte queste cose nel cuore, e le rimeditava. La Madonna sentiva che tutti i fatti che le accadevano erano troppo grandi, non poteva capirli. Ha passato la vita a “ruminare” quei fatti. La fede cattolica è una fede piena di come e di perché. È una fede consapevole, carica di ragioni. Se attraverso la preferenza di tuo marito, riconosci la preferenza di Dio, quella non la perdi più. Di segni, di per sé, ne basta uno nella vita. Poi Dio è misericordioso e ce ne dà molti.
Domanda. Le cose che immaginavo da giovane non le ho realizzate come le avevo in mente. Siamo come siamo, estremamente improbabili. Ma inizia a risultare evidente ciò che dà forma alla vita. Come fare a non perdere l’origine?
Che storia grande da quando vi ho incontrati. Ad essere “improbabili” siete facilitati, perché guardate la vostra umanità per quella che è. Come fare a non perdere l’origine? La fede ha bisogno di essere reperita oggi. Quando sono venute a mancare le persone che mi avevano testimoniato la fede, ho dovuto guardare a tutto quello avevo incontrato. Ho fatto memoria. Ho capito che il primo testimone di Cristo dovevo essere io a me stesso. Prima ero appoggiato alla fede di altri. I fatti sono ostinati, una volta accaduti sono ineliminabili. Se trovo della gente di fede li abbraccio come amici. Ma se non li trovo, devo partire da me.
Domanda. Mi sono scoperto a guardare al limite di mia moglie con affetto e con simpatia, fino alla scoperta del perdono.
A questa esperienza devi andarci in fondo. Hai una gratitudine per il passo che hai fatto, ma da dove viene questa cosa? Bisogna arrivare all’origine, dall’implicito all’esplicito. Anche il matrimonio con Cristo deve essere esplicito. Da dove viene questo perdono? La nostra fede deve essere carica di ragioni.
Domanda. La speranza è certezza del futuro in vista di una realtà presente. Come tenere viva la speranza dentro le difficoltà?
Avete bisogno di giudicare. Per essere liberi davanti alle cose, dovete chiamarle per nome. Non basta una fede sentimentale. I fatti che descrivete bisogna chiamarli per nome. “Esaminate tutto e scegliete il bello”. Occorre una fede che illumini l’intelligenza. Alcune cose vanno abbracciate, altre vanno combattute, rifiutate. La fede cristiana esigenza un giudizio sulle cose. L’antidoto contro la paura è la verità, chiamare le cose con il loro nome. Alcune cose poi si possono cambiare, chiedete il discernimento. Bisogna avere anche la certezza, che non toglie la paura, ma la paura della paura sì, così che la paura non ci blocca più.
All’interno dell’incontro è stata presentata la campagna #GivingTuesday, legata al marchio #MeritaFiducia, garanzia per i donatori e il territorio.
FAMIGLIE PER L’ACCOGLIENZA REGIONE VENETO ODV è un’associazione certificata #MeritaFiducia. Ci impegniamo a migliorare il territorio con i nostri valori e le nostre attività. Se ci sostieni, la tua donazione sarà devoluta al nostro Fondo di solidarietà.
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#MeritaFiducia #GivingTuesday