Tu mi ami così come sono
Accogliere l’altro, abbracciarlo – abbracciare la persona tutta intera – difetti, limiti e mancanze comprese. A dirlo è desiderabile (chi non lo vorrebbe questo sguardo su di sé?), ma viverlo nel rapporto matrimoniale, soprattutto quando gli anni passano e lo slancio si affievolisce, resta sempre una sfida.
È il cammino di marito e moglie, cammino necessario per volersi bene e gustare un Bene più grande.
“Non cambi mai, sei sempre lo stesso”, è la frase che può capitare di sentirsi dire da una moglie (o marito) magari dopo 20, 30, 40 anni di matrimonio. “È vero, non riesco a cambiare, sbaglio continuamente, ma tu mi ami così. Così. Non mi ami con un però. Non mi accogli con un però. Mi vuoi bene per come sono. E allora anche io posso fare un cammino e provare a non cadere più; perché sono amato”.
Un esempio fra i tanti che lo psichiatra Cesare Cornaggia ha portato in uno degli interventi tenuti per famiglie per l’Accoglienza.
Partendo da un estratto video del suo intervento, sabato 12 novembre a Trento ci siamo confrontati, famiglie in dialogo, per andare a fondo del rapporto – misterioso e affascinante – che tiene insieme marito e moglie. Un rapporto che è “Tabernacolo del desiderio”, come lo ha definito Cornaggia, e che abbraccia la vita: figli naturali, in affido, in adozione. Accolti da un’unità di famiglia che ha iniziato un cammino attraverso il suo sì.
Tanti gli interventi, esperienze e condivisioni, in un momento che ha permesso di mettere a nudo difficoltà e domande, ma anche di far trapelare la bellezza dello stare insieme.
Mentre gli adulti si raccontavano, nella sala accanto una merenda e giochi per i più piccoli che hanno partecipato a modo loro a un pomeriggio di vera compagnia.
Linda