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Le famiglie di Varese incontrano Pia e Luca di Torino

Quando si sono sposati, Pia e Luca, senza averne un’evidenza immediata, stavano già collaborando al destino che il Signore aveva in mente per loro. Come brano del Vangelo scelsero Giovanni 15, 1-8 “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”.

Negli anni successivi al matrimonio sono dovuti passare attraverso potature dolorose, come il riconoscimento dell’impossibilità di generare figli naturali, per portare frutto, e che frutto: oltre 20 fra ragazzi e adulti accolti nella loro casa in 30 anni di vita insieme.

Pia e Luca hanno raccontato la loro esperienza all’incontro mensile di Famiglie per l’Accoglienza di Varese, nell’occasione riunito a ranghi compatti (gruppi adozione, affido e accoglienza insieme) lo scorso 28 ottobre. E hanno generato frutti anche in questa occasione perché le loro parole hanno lasciato il segno in tanti di noi che ci siamo trovati di fronte ad un esempio concreto di cosa vuol dire percorrere, anche con sofferenza, la strada tracciata da Dio per noi.

Una strada per Pia e Luca spesso segnata dalle lacrime che è come se avessero bagnato la terra dalla quale sono nati i germogli di una vita nuova, che non era quella immaginata e sperata, ma che è stata comunque ed è tuttora imprevedibilmente ricca. Ricca prima di tutto per loro, perché l’accoglienza “fa bene” come prima cosa a chi la fa, nel senso che i primi a cambiare, verso i colleghi di lavoro, gli amici, gli stessi ragazzi accolti, sono stati loro stessi.

 

Solo così, solo con un cambiamento che li ha portati ad avere una misura più grande, allargatasi via via nel maturare la certezza che “il Signore non ci avrebbe fregati” tutte le volte che ha bussato alla loro porta attraverso il volto di questo o quel ragazzo, per Pia e Luca è stato possibile accogliere così tante persone. Accogliere e accompagnare per il tempo che era loro dato, poco o tanto, perché comunque “l’accoglienza, anche quando dura qualche giorno o mese, è per sempre, nella consapevolezza che chi arriva può non esserci la sera dopo”, come accadde ad Alessio, quella parte della loro famiglia salita imprevedibilmente al Cielo in una circostanza drammatica. La più drammatica di tutte che ha determinato la fatica più grande da affrontare. Ma “la fatica o è una sfortuna o è un dono” come ha detto in chiusura Pia. Cosa sia stata per lei e suo marito è stato chiaro a tutti.