L’accoglienza: un dono speciale che resta per sempre
Quando abbiamo deciso di portare la mostra a Trento ho dato disponibilità per l’accoglienza al banchetto.
Piena di gratitudine per l’esperienza di Famiglie per l’Accoglienza che è dentro me e la mia famiglia, ho da subito deciso che avrei offerto tutto il tempo che potevo e tutta me stessa, in ogni gesto.
Poi Roberta mi ha chiesto di spiegare la mostra ai bambini.
Facevo fatica a trovare il tempo per studiare la mostra, ma le ho detto subito di sì, certa che era una possibilità in più per me di donare tutto il mio cuore. Ho offerto al Signore quello che accadeva in quel periodo così intenso, dicendogli cosa mi preoccupava ( a partire dalla malattia di mia suocera e dalle fatiche di alcuni amici), mio marito mi ha permesso di stare una domenica da sola per studiare la mostra con calma e quel pomeriggio, studiando le opere, ho ripercorso la mia storia in Famiglie per Accoglienza: il dolore offerto, la gioia delle figlie, l’accoglienza in casa mia, il cuore della mia famiglia.
Oltre alla mostra in quei giorni stavo anche preparando la festa dell’Intercultura per la mia scuola. Avevo programmato la scaletta, il ballo e le canzoni comuni a tutte le classi, mi mancava quello che avrebbero fatto i bambini della mia classe e ho detto al Signore anche questo.
La mostra era meravigliosa e io e Ivan quella settimana abbiamo condiviso la meraviglia che avevamo negli occhi con parenti, amici e colleghi. La comunione tra noi del Direttivo era palpabile, mi commuovevo per la condivisione di ogni dettaglio e tutti si collaborava e si prendevano iniziative per aiutarsi.
Nel frattempo, per la festa scolastica, alla mia classe hanno assegnato di lavorare sulla parola “accoglienza”.
La mia collega mi ha guardata dicendo : “Beh, tu di accoglienza sei esperta, pensaci tu! Magari trovi idee nella tua mostra”.
Con un grande sorriso sulle labbra ho ringraziato il Signore che mi faceva capire che seguirlo è semplice, che è Lui che semplifica le cose che io vedo troppe e complicate.
I bambini della mia terza elementare hanno perciò visto a scuola alcune opere della mostra alla Lim, hanno scritto un testo sull’accoglienza, hanno preparato una scatola regalo colorata (perché “l’accoglienza è un dono speciale che resta per sempre”), hanno realizzato una bellissima coreografia e un disegno con una tecnica particolare, la loro opera che rappresenta cosa per loro è l’accoglienza (“… una casa, uno scivolo, un’altalena, una pista… che mi porta a te!” ) .
Io ho visto accadere, in un altro modo, il “Non come ma quello” nella mia classe.
Chiedo al Signore di mantenermi vigile nello scorgere i segni della Sua accoglienza alla mia vita, perché anche io insieme a Ivan, alle mie figlie e ai miei amici, possa ogni giorno dilatare il mio cuore all’accoglienza.
Lucia