“Accadde quando nessuno se l’aspettava”. Momenti di convivenza a Caravaggio
Molte famiglie dell’associazione in Lombardia si sono ritrovate a Caravaggio per condividere la propria esperienza e per vivere un gesto di compagnia reciproca.
Accadde quando nessuno lo aspettava,
accadde senza suono di campane,
accadde diversamente dalle storie
che i romanzi ci raccontano abitualmente.
Sono le parole di una canzone (Aconteceu) che ha introdotto il momento di preghiera e che raccontano in modo poetico e toccante la sfida umana dell’accoglienza. Cosa muove la baldanza di accoglienza che arriva sino a mettere a disposizione la propria casa, i propri affetti, la propria vita?
“Abbiamo portato le domande di bene per le nostre famiglie alla Madonna. Il coinvolgimento dei ragazzi nella recita del rosario o il vederli portare la croce durante il percorso sono stati per me un grande richiamo a tenere vive le domande su di noi e sui nostri figli sapendo che abbiamo sempre un luogo dove porle: questa è l’amicizia. L’alternativa è il prevalere della preoccupazione quotidiana invece della certezza di un cammino buono” raccontano Federico e Angela genitori adottivi.
Marco, papà adottivo, ha voluto sottolineare: “Sono grato al Signore per la circostanza donataci di condividere l’esperienza di Famiglie per Accoglienza. Ogni volta che ci si vede mi è sempre più chiaro il concetto di accoglienza come luogo in cui vengo valorizzato per quello che posso dare e in cui posso liberamente chiedere di essere aiutato. I volti delle coppie più mature e quelli più giovani rappresentano una continuità che ogni anno non possiamo che affidare a Maria. Lei ha posto tutta la sua vita nelle mani di un Altro con un sì carico di timori ma certo del Suo amore così come sono certo io che in questa amicizia sarò sempre accolto”.
“Io c’ero!” – racconta contenta Silvia di Milano – “E mi hanno colpito due cose: la prima è la letizia dei presenti. Nonostante le fatiche quotidiane tutti erano lieti e grati e di poter vivere insieme un gesto di affidamento alla Madonna nell’unità, anch’essa significativa, con cui si è svolto il gesto. Più di 600 persone, tra adulti e bambini, insieme. La preparazione della giornata, la cura fin nei particolari – penso ai fiori sulla tavola, la merenda, i canti, il coninvolgimento dei bambini – sono stati per me il segno del riconoscimento dell’origine che ci fa”.