Un video-incontro e “la sensazione di essere in un’unica dimora”.
Maria Elena racconta agli amici del gruppo affido di Milano in video conferenza.
Cari e care,
desidero condividere con voi alcuni pezzi di esperienza di questa settimana del Gruppo Affido. Abbiamo organizzato con Tiziana e Mariangela e le altre famiglie più prossime del gruppo affido, due momenti importanti che abbiamo svolto in rete : il gruppo affido e la seconda mattinata del corso affido.
Abbiamo accolto il desiderio di molti di sentirsi, vedersi e dirsi come va. Avere tutti sullo schermo, collegati, mi ha dato una strana sensazione di casa, di essere tutti nella stessa dimora. Il dialogo di lunedì sera è stato davvero vero, veloce, intenso, pieno di fatti e di esperienze. Così diverse: chi ha famiglie numerosissime, chi non ha figli in affido in questo momento perché sono tornati nella famiglia di origine, chi ha scoperto la dimensione della accoglienza con i propri dipendenti, e la preoccupazione del lavoro da garantire loro, chi chiede con grande libertà: come possiamo dire che è un periodo di grazia?
Ci siamo confrontati su questa nuova dimensione della accoglienza, che va oltre lo spazio fisico, e pareti di casa e che non rimane bloccata come ‘un fermo-immagine’ con il fiato sospeso. E alla fine tutti ci siamo detti che la forza, poggia sulla domanda incessante al Mistero, tramite preghiera personale, messa on line, gruppi di Fraternità, Scuola di Comunità, o semplicemente guardando un fiore dal balcone e vedendo con stupore che la natura ‘é fatta’.
Sabato mattina, dopo l’incredibile esperienza vissuta guardando Papa Francesco, che ci ha portato Gesù in casa come unica Presenza contemporanea a cui gridare e chiedere tutto, con quella baldanza ed energia rinnovata nel cuore, si è svolta la seconda mattina di corso per le famiglie nuove. Hanno partecipato molti che non c’erano durante la prima giornata. Si è collegato anche un sacerdote. Relatori: Daniela Fumagalli, molto chiara, lineare, efficace e Massimo che ha dato uno sfondo di positività, di compagnia reale, di convenienza all’esperienza dell’affido in associazione.
Sono seguite domande da parte delle famiglie nuove, desiderose di essere coinvolte da subito nella vita della associazione, ad esempio sulla lettura degli appelli. Fra tutte una domanda mi ha colpito, molto simbolica: “Come stare di fronte all’altalena del desiderio? Capita solo a me? E’ strutturale?”.
Di nuovo una sensazione, coordinando gli interventi e le domande, di essere in un’unica Dimora, con lo stesso potente desiderio. Allora mi chiedo: come può essere che in un momento così cupo – determinato da preoccupazioni di ogni tipo, salute, lavoro economia, tenuta della società – alcune famiglie (oltre 12) accolgano l’invito a collegarsi un sabato mattina, con estranei e parlare di accoglienza, aprire la propria porta e vita ad un estraneo?
Eppure è stato così. E tutti siamo stati travolti dalla novità del Mistero, perché Lui imprevedibilmente accade e riaccade, anche nelle macerie e nella desolazione, anche nei timori che abbiamo di non essere capaci, Lui prende iniziativa e arriva, e qualcosa di nuovo accade. Sempre. Per questo io mi trovo diversa ogni volta dopo avere condotto il gruppo affido o dopo avere coordinato sabato mattina.
Sono grata al lavoro libero e fecondo fatto con Tiziana e Mariangela e con le nuove famiglie di amici che si stanno coinvolgendo, sono grata a Massimo per come ci ha condotto in modo paterno. Ma più di tutto sono grata a Cristo, che sempre di più mi ha preso nei volti di questa storia di famiglie per l’accoglienza e non mi molla, non mi dà tregua, e non finisce mai di stupirmi.
Vi abbraccio forte!
Maria Elena