“Ci vediamo stasera al muretto”
In tempi di distanziamento obbligato un videocollegamento è l’unico modo per incontrarsi, sia pure virtualmente. Per gli amici di Firenze, come racconta Daniele, l’appuntamento quotidiano in chat è stato l’occasione per riscoprire il gusto della compagnia.
Lo abbiamo chiamato “Il muretto di FpA”. È l’id che identifica una delle tante videochat che in questo periodo di quarantena popolano i nostri dispositivi. Il desiderio di farsi compagnia ha preso questo nome. Si chiama così perché abbiamo riscoperto che dentro un’amicizia c’è bisogno di uno spazio dove poter rivedere quelle facce. Proprio come il muretto a lato di una chiesa, dove a quella certa ora del pomeriggio sai che troverai sempre qualcuno, arrivato lì per il vespro o semplicemente per vedere un gruppetto di amici a cui raccontare le gioie e le fatiche della giornata.
Tutto è partito dal desiderio di vedersi, almeno online, con gli amici di Famiglie per l’Accoglienza in questo periodo dove l’isolamento ha reso tutto più faticoso. Ma da lì è successo che ogni giorno il semplice rivedersi è divenuto un farsi compagnia. Per me e per mia moglie Matilde questo appuntamento quotidiano è diventato un punto di sostegno, un richiamo a vivere questo tempo sospeso strappandoci da quello che potrebbe essere un banale vivacchiare.
Io e mia moglie viviamo questa quarantena da soli e non avendo figli probabilmente ci sono risparmiate anche tante fatiche. Ma ciò di cui spesso ci rendiamo conto è che le nostre giornate sono comunque piene. È una pienezza che non deriva dalla quantità di cose che facciamo, ma è data da alcuni piccoli gesti a cui cerchiamo di rimanere il più possibile fedeli. E “Il muretto di FpA” è proprio uno di questi!
Durante questi piccoli incontri ci raccontiamo gli spunti che durante la giornata ci hanno fatto compagnia: una frase letta, un messaggio arrivato da un amico, ma condividiamo anche le fatiche che si possono incontrare, ad esempio, nel rapporto con i figli.
Il nostro amico Luciano spesso ci invita (già di prima mattina…) a paragonarci con una frase, un articolo trovato sul web, una testimonianza o una breve lettura di cui poi spesso ci troviamo a parlarne durante il collegamento di fine giornata. Finiamo sempre salutandoci con una preghiera che tenga dentro tutti: gli ammalati, i nostri bambini, il lavoro e chi ogni giorno per colpa di questo virus ci ha rimesso la vita.
Per la giornata di Pasqua durante il collegamento c’è stata anche una bella sorpresa! È stato creato un video realizzato attraverso un montaggio dove i bambini delle nostre famiglie – e anche i bambini di Casa di Chiara (la casa di accoglienza in cui lavora Elisabetta e che nasce dalla stessa origine di Famiglie per l’Accoglienza) – hanno recitato il Padre Nostro augurando a tutti la buona Pasqua.
E così per me e mia moglie questo piccolo appuntamento quotidiano è diventato il paradigma di una frase di don Burgio indicata fra i numerosi spunti del giorno: «Ho detto ai miei ragazzi che hanno sete di verità che forse “non tutto andrà bene” in questa nostra esperienza comunitaria, ma certamente tutto concorrerà al Bene se sapremo dare voce alle nostre domande più profonde e al nostro rapporto con Dio. Solo così il nostro kairós diventerà un tempo favorevole».
Daniele