“Un’altra maternità, libera e che lascia liberi, che ha un altro spessore”
Si è concluso a Udine il 21 febbraio il Corso di introduzione all’affido familiare.
Il 21 febbraio si è tenuto a Udine il terzo incontro del “Corso di introduzione all’affido familiare”. La dott.ssa Daniela Fumagalli ha spiegato ai partecipanti qual è il cuore dell’esperienza dell’affido. L’uomo ha il bisogno fondamentale di essere amato, di essere riconosciuto come valore e questo per un bambino avviene attraverso una relazione d’amore con un adulto: la sua identità si costruisce a partire da questa relazione gratuita e la famiglia è il luogo della gratuità, cioè il luogo dove questo può avvenire. Su questo si costruisce l’esperienza dell’affido.
Lucia e Paolo, che hanno anche due figlie naturali, hanno poi dato carne a quanto descritto dalla dott.ssa Fumagalli, raccontando dell’affido di una bimba, partito dopo aver fatto da famiglia d’appoggio ad una casa famiglia per diverso tempo. Dopo un periodo iniziale di difficoltà nella relazione con la famiglia d’origine della bimba, “piano piano i rapporti sono migliorati e la bimba ha cominciato a respirare, a cambiare volto”. Fondamentale la presenza degli amici: “Non saremmo stati in grado di sostenere l’affido da soli, soprattutto nel lungo periodo in cui Lucia è stata a casa per un infortunio”. “La nostra bimba è felice non solo perché ci siamo noi, ma perché ci vede dentro un’amicizia più grande e ne gode tantissimo”.
Dopo Lucia e Paolo sono intervenuti Andrea e Sandra, che avevano iniziato con convinzione il percorso adottivo e nel frattempo hanno accettato la proposta di tenere due ragazzi nel fine settimana, insieme ad un’altra famiglia amica. Hanno potuto così provare una forma di affido “più leggera” e dopo un paio d’anni è stato quasi naturale accettare la trasformazione in un affido residenziale. La cosa sorprendente è vedere che il cambiamento di vita portato dall’esperienza dell’affido può portarti a cambiare i tuoi percorsi di vita, al punto che Andrea e Sandra hanno pensato di sospendere il percorso di adozione.
Nell’incontro iniziale del Corso, tenutosi il 7 febbraio, Simone e Maria Grazia di Rimini hanno raccontato le loro tre esperienze di affido, che hanno fatto scoprire loro la possibilità di “accogliere dei bimbi senza il bisogno di ‘possederli’”. Maria Grazia ha raccontato come l’affido li abbia profondamente cambiati: “Adesso nella mia vita c’è spazio per tutto e per tutti. L’affido mi ha fatto vedere delle cose di me e di noi che probabilmente non avrei mai visto”. Ad una domanda diretta sulla sua esperienza di maternità, nella quale non sono presenti figli naturali, Maria Grazia risponde: “abbiamo pensato di fare un’accoglienza che ci assomigliasse piuttosto che avere figli che ci assomigliavano. Un’altra maternità, libera e che lascia liberi, che ha un altro spessore. Questo oso dire: che mi ha dato di più, perché mi ha liberato dal ‘possesso’”.
Il 14 marzo, nella seconda serata del corso, la dott.ssa Annalisa Chiappa, assistente sociale presso il Consultorio Familiare di Udine, ha fatto una panoramica sull’istituto dell’affido, evidenziandone la complessità e le relazioni tra le parti in causa (famiglie e istituzioni).
A seguire, emotivamente coinvolgente e originale, con la proiezione di scene tratte dal film “Il Signore degli Anelli”, la testimonianza di Michele e Giovanna, che hanno parlato della loro esperienza con un ragazzo adolescente, con loro in affido da quattro anni. “Ci è stata chiesta l’accoglienza di una diversità totale”, racconta Giovanna. Le difficoltà di relazione con lui e con la famiglia d’origine hanno portato in evidenza tutti i loro limiti, ma anche le loro risorse, in particolare la capacità di imparare l’ironia, la pazienza, l’essenzialità e l’abbandono del “già saputo”, soprattutto la possibilità di imparare uno sguardo nuovo su di lui: “Tu vali, anche se sbagli un milione di volte io ti voglio bene”. “Ha aiutato noi a cambiare: questo è il regalo che questo ragazzo ci fa”.
Per la quarta serata conviviale si è dovuto sospendere, in attesa della fine dell’emergenza sanitaria, ma già alcune famiglie dopo aver frequentato il corso desiderano approfondire una loro nascente disponibilità ad accogliere: un vero miracolo che ci rende estremamente grati ogni volta che accade, al di là di qualunque ulteriore esito.