“Se mio padre naturale non avesse detto no, io non sarei qua”
“Se mio padre naturale non avesse detto no, io non sarei qua e non avrei potuto fare questa esperienza di bene” ha detto una ragazza accolta. La testimonianza di Simona Pigati e suo marito Antonio Riboloni.
Simona ed Antonio, in un incontro con Famiglie per l’Accoglienza Pavia (23 marzo scorso), hanno raccontato che la loro storia è un po’ anomala: l’esperienza di accoglienza della loro bambina in affido era nata prima del loro matrimonio. La famiglia di Simona seguiva infatti una ragazza madre, la cui figlia Anna (nome di fantasia) era stata poi affidata a loro. Anche nella famiglia di Antonio si era sempre “respirata l’accoglienza” per cui, dopo il matrimonio, l’arrivo di Anna è stato facilissimo.
E’ poi arrivato anche un figlio naturale. Secondo Simona ed Antonio: “L’esperienza dell’affido è comunque una cosa che arricchisce”. Il fatto che entrambe le famiglie di origine fossero accoglienti, indica che le cose sono veramente misteriose e che c’è ‘una trama’ che si tesse fin dalle origini.
Nel 2005 muore la mamma di Anna ed attorno al suo letto si ritrovano anche gli altri figli: 2 adottati e residenti in Inghilterra, Anna ed un altro fratello residenti in Italia. Per Anna avviene il passaggio da affido ad adozione. Nel dialogo per questo cambiamento, il giudice del Tribunale dei Minori aveva chiesto ad Anna: “Avesti voluto conoscere tuo padre?”. Anna ha risposto: “Per una curiosità biologica sì, ma il mio papà è Antonio. E poi, se mio padre naturale non avesse detto no, io non sarei qua e non avrei potuto fare questa esperienza di bene. Non dico che sia stato giusto il suo dire di no. Capisco che una persona giovane può anche non prendersi la responsabilità di essere padre. E capisco anche che lui ha bisogno di essere perdonato. Gli direi: guardami come sono, io sono questa”.
Ad un altro incontro Anna aveva condiviso: “Io non sono una poverina e non devo essere trattata diversamente per il mio passato. Non ho avuto qualcosa in meno, anzi ci ho guadagnato. Senza la mia storia, senza il mio passato, non sarei così. La mia famiglia affidataria è stata per me una grazia perché ha valorizzato anche il legame con la mia mamma. A volte si può pensare che nell’affido una mamma valga più dell’altra. Invece per me sono importanti allo stesso modo e questo grazie al rapporto che è intercorso anche tra loro.
Quando è morta la mia mamma, ho scoperto quello che di importante mi ha donato, cioè che io sono stata amata. La positività di vita ricevuta e vissuta si è sempre trasmessa verso gli altri in qualsiasi posto in cui sono stata. Credo che questo dipenda dal modo in cui racconto la mia storia, senza nessun rancore, ma piena di gratitudine”.
Simona ha concluso la testimonianza citando papa Francesco: “Pazienza è la sapienza di saper dialogare con il limite: ci sono tanti limiti nella vita, ma l’impaziente non li vuole, li ignora perché non sa dialogare con i limiti. Invece il paziente sa dialogare con i limiti; la pazienza è una beatitudine, è la virtù di quelli che camminano, è sopportare, portare sulle spalle, le cose non piacevoli della vita, anche le prove; è capacità di dialogare con i limiti”.