Povertà e condivisione: la strada dell’accoglienza
Appunti dal seminario nazionale svoltosi dal 17 al 19 novembre a Peschiera del Garda
“Due parole ci sono sembrate centrali per il passo di oggi: povertà e condivisione, perché c’entrano con l’accoglienza”. Con queste parole Marco Mazzi, presidente nazionale di Famiglie per l’Accoglienza, ha introdotto l’edizione 2017 del seminario nazionale di Famiglie per l’Accoglienza, svoltosi dal 17 al 19 novembre a Peschiera del Garda. In sintonia con l’inaugurazione da parte del Papa della Giornata Mondiale dei Poveri, il titolo del seminario di quest’anno era infatti: Povertà e condivisione: la strada dell’accoglienza.
Anche quest’anno il seminario ha visto impegnate per tre giornate più di 300 persone, venute da ogni regione d’Italia e da diversi Paesi d’Europa: Romania, Spagna, Inghilterra, Francia, Lituania, Svizzera. Presenti anche alcune case famiglia che fanno capo all’Associazione Dimore per l’Accoglienza, nata nell’alveo di Famiglie per l’Accoglienza. La dr.ssa Lia Sanicola ha sintetizzato: “Da 5 iniziali, le case ora sono 12. Si sono poi aggiunte nuove case che non vengono dalla nostra storia, ma che trovano interessante per loro unirsi a noi”.
Risaltano alcune presenze straniere, come Daniel da Parigi che è a Peschiera per il secondo anno: “In settembre è arrivata nostra figlia Marie. Ogni bimbo è speciale e unico, porta una novità per noi, un cambiamento che non smette mai”.
Da Barcellona è arrivata invece una duplice testimonianza, quella di Gloria, che riferendosi al momento particolare e drammatico che sta attraversano la sua terra, ha raccontato: “In Catalogna sta nascendo un’opportunità bella: stiamo vedendo una realtà più grande della divisione. Tra noi ci sono gli indipendentisti e gli unionisti. Ora possiamo dire che tra noi c’è qualcosa che ha una potenza più grande, che onora l’altro per il suo essere, più che per l’opinione politica”.
Il marito Jordi, invece, ha raccontato del suo orgoglio di essere figlio adottivo: “Dovrebbero istituire una giornata dell’orgoglio dei figli adottati!”, esordisce scherzando un po’ e poi racconta di come adesso, che è preside in una scuola di 800 ragazzi, questa sua esperienza di sofferenza – unita la fatto di aver perso da piccolo il padre adottivo – gli consenta uno sguardo di comprensione e di condivisione più grande sino ad accogliere come una sfida buona i ragazzi più difficili.
Sono solo alcuni brani di ricchissime testimonianze. E poi il contributo di alcuni relatori.
S.E. Mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, che con l’associazione vanta una lunga amicizia, ha sviluppato un’analitica dell’esperienza di povertà dentro alle dinamiche dell’accoglienza: “La povertà è l’accoglienza: accogliendo l’altro mi porto in casa la memoria vivente di chi sono io”. Enrico Tiozzo, animatore di Ferrara di un Centro di Solidarietà: “Noi accompagniamo le persone nella ricerca del lavoro, ma se nessuno le vuole, allora per intanto le assumiamo noi”. Sergio Zini, presidente della Cooperativa Nazareno di Carpi, ha raccontato la storia che lo ha condotto a maturare un’attenzione estremamente creativa nei confronti dei ragazzi disabili.
Domenica mattina suor Fulvia Ferrante, delle Suore di Carità dell’Assunzione, ha raccontato come nel carisma del suo ordine religioso, votato alla povertà e alla condivisione nei quartieri periferici delle grandi città, dove si sono succedute diverse ondate di immigrati, lei abbia trovato la sua personale via all’accoglienza: “Aprirsi all’affido significa accettare di avere una ferita, e che qualcuno in questa ferita rigiri il coltello. Questa è la prima cosa di cui rendere grazie a Dio”. Suor Fulvia si occupa di un centro diurno per minori, con ragazzi dalle situazioni personali molto complesse.
E’ questa, in fondo, la povertà a cui tutti siamo chiamati e di cui tutti facciamo in qualche modo già esperienza, nella nostra quotidiana accoglienza famigliare.