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“Aldilà dell’esito dell’accoglienza, la nostra vita è già cambiata”

La giornata di convivenza di fine anno di Famiglie per l’Accoglienza di Milano e provincia è stata ospitata quest’anno nella splendida casa Don Orione, dove da circa quattro anni è nata, attraverso la disponibilità di quattro famiglie, la Casa Simone di Cirene: si tratta di una originalissima esperienza di convivenza stretta di famiglie che praticano l’accoglienza temporanea di sacerdoti in difficoltà.

Nella Casa Simone di Cirene a Buccinigo (Como) ogni famiglia si fa carico di accompagnare due sacerdoti, offrendo loro proprio ciò che essa è. Ogni prete – ciascuno vive in un piccolo appartamento a fianco della famiglia di riferimento – può godere dell’appoggio affettivo, insieme paterno e materno di una singola famiglia. E le famiglie, che operano in accordo con le curie di Como e Milano, sono sostenute da volontari. La Casa è un’opera di accoglienza e di educazione nella bellezza, che ha trovato in Famiglie per l’Accoglienza una profonda comunanza di metodo e di sguardo sull’impegno personale e sulle persone accolte.

Dopo la Messa, una breve processione di Corpus Domini nel giardino della villa ed il pranzo all’ombra degli alberi del parco, alcuni fondatori della Casa Simone di Cirene hanno raccontato i passi di una storia che li ha portati a lasciare le loro case, con i loro figli, per stabilirsi nella ex casa di Don Orione.

Nell’incontro con Famiglie per l’Accoglienza è nato un intenso dialogo. “Anche noi facciamo fatica – ha riconosciuto Leopoldo, membro della Casa Simone di Cirene – ma senza di questa non potremmo essere soddisfatti della nostra vita”. Cecilia, insieme alle altre donne della comunità, si occupa della casa per l’intera giornata mentre i mariti lavorano perlopiù fuori casa: “Anche i sacerdoti sono ormai parte della nostra vita”.

Emanuela ha aggiunto: “Aldilà del successo o dell’esito dell’accoglienza, la nostra vita è già cambiata”. In conclusione Leopoldo ha sottolineato come ciò che li ha mossi è stato “rispondere ad una precisa richiesta, dentro cui la nostra vocazione per l’accoglienza si è precisata in una storia condivisa, aperta a ciò che Dio di volta in volta ci chiederà”.

Prima di lasciare la casa, le famiglie hanno fatto acquisti dei prodotti dell’orto, coltivato con amore da un sacerdote ospite.