La gratuità è una sorpresa. L’incontro con Giancarlo
Paolo racconta la convivenza di fine anno del Friuli: “Una giornata spesa bene, ricordi da custodire con cura”.
Sarà l’età, sarà il caldo, sarà che sono pigro e non riesco mai ad alzarmi presto a meno che non vada in montagna, ma domenica sarei stato volentieri a letto. Però ad Angela non si può dire di no, quindi eccomi in macchina verso Pradamano, appena fuori Udine, le montagne sfilano alla mia sinistra (che voglia!), poi entro nel parco di Villa Giacomelli. Silenzio e pace. Come silenzio? Chi prepara? Visto che tra un’ora e mezza si comincia? In realtà la sala è quasi pronta ma ci sono solo tre donne, di cui una acciaccata. E allora via, a scaricare i libri per il banchetto, le bibite, e poi preparare i tavoli nel parco, sotto quattro tigli secolari in fiore che emanano un intenso profumo, che dà quasi alla testa.
Per fortuna in breve arrivano i rinforzi, gli amici di sempre, qualche nuovo arrivo fa timidamente capolino. Ma ormai è ora, tutti dentro a conoscere Giancarlo, venuto da Pescara per raccontarsi.
Angela lo introduce, poi Giancarlo comincia a parlare, senza microfono, non serve e questo rende il momento quasi più intimo. Tutti ascoltano in silenzio, come a casa quando un amico racconta la sua storia.
Una storia pesante quella di Giancarlo, un lavoro impegnativo e stressante, sempre a contatto con il dolore dei bambini e delle loro famiglie, la scelta di accogliere un neonato affetto da una grave malattia e abbandonato alla nascita, il figlio “bianco e nero” come lo chiama. Ma una storia raccontata con leggerezza.
Alla fine le domande. Nelle risposte non ci sono consigli o ‘istruzioni per l’uso’, solo il buon senso che viene da una vita vissuta con il cuore. Una citazione fra tutte “Il Signore non va preceduto ma va seguito”, come a dire “Vivete l’oggi, non createvi l’ansia del domani, c’è comunque Qualcuno che si cura di voi”.
Poi il pranzo, in mezzo ai bambini che corrono ovunque e i genitori che chiacchierano serenamente, anche se ognuno ha il suo peso da portare. Ma oggi non si vede. “Questa giornata è per me una ricarica” mi confida una mamma; mi accorgo che sono in molti a pensarla così. Un’altra mi dice che i suoi figli aspettano ogni anno con ansia questa giornata, per vedere gli amici, giocare nell’immenso parco e fare un giro sui cavalli del maneggio.
Tornando a casa questi pensieri mi affollano la mente, cerco di metterli in ordine per non dimenticare nessun passaggio importante, poi lo sguardo si posa un attimo sulle montagne che sfilano alla mia destra, la voglia rimane, ma l’appuntamento è solo rimandato alla prossima settimana. Una giornata spesa bene, ricordi da custodire con cura.
Paolo