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L’esperienza familiare nel matrimonio cristiano

“Nessuna famiglia è una realtà perfetta, confezionata una volta per sempre, ma chiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare”.
Con queste parole di Papa Francesco, tratte dall’Amoris Laetitia, si è aperto un dialogo profondo e significativo tra alcune famiglie di Catania e S. E. Mons. Giampaolo Dianin, vescovo di Chioggia, il 27 febbraio scorso.

Avevamo avuto l’opportunità di ascoltare un suo intervento a Peschiera del Garda, in occasione del Seminario Internazionale di Famiglie per l’Accoglienza dal titolo “Accoglienza, strada di speranza”. Le sue riflessioni sul fondamento ontologico del matrimonio ci avevano colpito profondamente. In particolare, esse si incarnavano in numerosi esempi concreti di vita quotidiana, capaci di rispondere all’esigenza che avvertiamo tra noi giovani famiglie: essere accompagnati nelle sfide quotidiane ed accolti così come siamo, con tutte le imperfezioni.

Da un paio d’anni si sta costituendo, timidamente e in maniera spontanea, un piccolo gruppo di giovani famiglie legato all’esperienza di Famiglie per l’Accoglienza di Catania. Alcuni stanno affrontando il percorso di adozione, altri vorrebbero essere aiutati nell’esperienza di accoglienza che li ha investiti in maniera non prevista,  altri sentono nel cuore il desiderio di aprire la propria casa, pur non sapendo ancora come.

Con il pensiero rivolto a tutti loro e a tutte le persone con cui condividiamo la vita, abbiamo deciso di invitare Mons. Dianin, il quale si è subito dimostrato disponile e così, con entusiasmo, ci siamo adoperati nell’organizzazione di un incontro pubblico proposto da Famiglie per l’Accoglienza di Catania. Per rendere il dialogo il più pertinente possibile alla nostra esperienza, abbiamo chiesto ai partecipanti di inviare in anticipo delle domande, e con nostra sorpresa, ne sono arrivate numerose, sincere e personali.

La sera dell’incontro, l’Auditorium dell’Istituto Ventorino era gremito di persone di diverse età. Un silenzio attento dominava la sala, mentre l’uditorio era intento a trattenere il più possibile le parole di Mons. Dianin. Con un atteggiamento paterno e accogliente, il vescovo è riuscito ad abbracciare tutti: i ragazzi universitari curiosi di approfondire il significato delle promesse matrimoniali, le giovani coppie alle prese con le prime sfide coniugali, fino a chi portava nel cuore il dolore di una separazione, e anche chi, dopo cinquant’anni di matrimonio, continua ad accogliere e perdonare l’altro.

Al termine del dialogo, Mons. Dianin ci ha augurato di avere una “scorta”, invitandoci a non rimanere isolati, sottolineando come, nell’Amoris Laetitia, papa Francesco metta in discussione la famiglia nucleare chiusa nel nido e ci esorti ad aprirci ad una rete di amicizie, dentro una realtà sociale che dia un respiro più ampio.

Durante i saluti finali, Mons. Dianin ci ha confidato di essere rimasto particolarmente colpito dalla sincerità e dal desiderio delle famiglie di vivere da credenti nel matrimonio. Per noi è stato un richiamo importante a riconoscere il valore di ciò che già c’è, senza dare per scontato la presenza di tante coppie che avevano partecipato alla serata, segno che un’esperienza di condivisione e compagnia reciproca è già in atto.

Caterina Palumbo