Il vento dell’imprevisto
In una bellissima giornata, calda, di inizio estate, saliamo al santuario di Montallegro: io, mio marito e il più piccolo che abbiamo in affido, di due anni. L’invito è arrivato da Federico, figlio di nostri cari amici, anche loro famiglia affidataria: lo conosciamo da quando è nato, grande amico dei nostri ragazzi, e oggi lo ritroviamo fidanzato e insegnante, qui con un gruppo di coetanei lombardi.
Durante la S. Messa, nell’omelia, il Rettore del Santuario anticipa senza saperlo un tema che ritornerà più volte nella giornata: quello della novità che irrompe nella vita, dell’imprevisto che come il vento per i marinai, vuol dire viaggio, cambiamento, buona notizia.
Davanti a noi ci sono 22 giovani, ragazzi e ragazze di Milano e dintorni, giovanissimi sposi o papà da pochi mesi, o ancora fidanzati. Uno ha lasciato a casa la ragazza a preparare le nozze alle quali mancano solo sei giorni!
Dopo la Messa racconto al gruppo della costruzione di N.S. di Montallegro, dell’apparizione del 1557, della grande devozione dei marinai e degli abitanti di Rapallo fino ai nostri giorni. Poi tutti a casa dei genitori di Federico, dove nel prato troviamo una bella tavolata con manicaretti preparati da Fabio, il papà.
Prima però ci viene chiesto di raccontare la nostra storia di famiglia accogliente: dai primi affidi all’amicizia con altre famiglie affidatarie e adottive, dalla compagnia di Famiglie per l’Accoglienza fino alla decisione, con altre due coppie, di costituirsi in casa-famiglia facendo nascere, a Genova, “Fontana vivace” (qui il link a “Dimore per l’Accoglienza).
Le domande dei ragazzi sono “toste”, vanno subito al cuore della questione: perché vale la pena di unirsi in matrimonio? Perché oggi mettere al mondo dei figli? E poi, chi ve lo fa fare di continuare col sorriso, pur nelle fatiche di tutti i giorni, questa opera di accoglienza?
Il dialogo è serrato: si racconta con l’esperienza “il bello” del matrimonio, una relazione in cui si è dono reciproco senza misurarsi e senza pretese, dando fiducia all’altro, in cui ciascuno è grato al marito o alla moglie perché permette di compiere la propria vocazione, mediante modalità anche inaspettate.
Poi le pagine più divertenti e quelle più drammatiche di questi anni, con il filo rosso dell’imprevisto: non un progetto, ma l’affronto del quotidiano con le sue novità inimmaginabili, come il vento per i marinai che fa ripartire la barca, aprendo il cuore ai segni che accadono. Nel nostro caso, segni che ci hanno portato all’esperienza dell’affido familiare e poi alla scelta della Casa famiglia, vissuta in comunione stretta con altre due coppie.
Noi sessantenni plurigenitori siamo impressionati dallo sguardo curioso e profondo di questi ragazzi, che si accingono ad iniziare, entusiasti ma un pochino timorosi, una vita di coppia.
Per ben concludere l’ incontro non mancano la pasta al pesto, la focaccia…mentre il nostro piccolino, un vero terremoto, sotterra le sue macchinine distruggendo i bei fiori di Fabio e Laura! Naturalmente tutti i presenti sono invitati a Fontana vivace, non appena finiranno i lavori di ristrutturazione della casa e potremo festeggiare con una nuova inaugurazione.
Laura e Luca, Genova