“Ne vale la pena perché la ferita è la strada per una vita feconda”
Sabato 3 settembre a Reggio Emilia si è svolto un incontro tra le famiglie accoglienti di Modena e Reggio: ecco il racconto di un’amica.
Io mi sono preoccupata della sala e di poche altre cose pratiche, nella convinzione che anche se fossimo stati in pochi valeva la pena vedersi: valeva la pena, sì, perché spesso anche con amici di vecchia data restiamo barricati dietro le apparenze e le parole di circostanza… invece con le Famiglie per l’Accoglienza non accade mai, ma proprio mai!
Non si tratta di essere più autentici o più aperti nel dialogo, ma penso che si tratti di una ferita. L’accoglienza è verso il più fragile, verso il più piccolo e verso ciò che meno ci attira in generale (la malattia, la fatica, la diversità).
L’accoglienza è apertura del cuore, ma anche apertura della casa e rimessa in discussione dei legami più intimi (tra marito e moglie, tra genitori e figli).
Quello che accade nelle case delle Famiglie per l’Accoglienza è accaduto anche sabato sera (e ne valeva la pena): nessun imbarazzo, nessuna remora… un giro nomi, c’è chi domanda e chi racconta: chi ha figli grandi, chi non ne ha, chi regala al figlio il viaggio per ritrovare le proprie origini e chi vorrebbe farlo uscire di casa per farlo crescere, chi descrive la gioia e chi la sofferenza, …
Di queste persone più delle parole mi hanno colpito gli sguardi pieni di affetto e fiducia, pieni di gratitudine per il fatto di aver dato ospitalità a questa ferita: abbiamo condiviso questo e lo abbiamo riconosciuto gli uni negli altri.
È stato proposto un incontro e ci siamo guardati davvero in modo più umano.
Sono una mamma affidataria e a volte, di fronte ai miei fallimenti o alle mie fatiche, mi chiedo se ne valga la pena: la risposta è sì, ne vale la pena perché la ferita è la strada per una vita feconda. Grazie agli amici che me lo testimoniano in modo sempre originale e inaspettato.