News

Verso la Mostra al Meeting, l’incontro con gli artisti

Giorgio Paolucci, giornalista e scrittore, ha curato il libro-catalogo di “Non come ma quello. La sorpresa della gratuità”. Ci introduce alla visita e racconta il suo personale incontro con gli artisti.

 

Che cosa ci propone la mostra?

E’ un viaggio nell’esperienza umana vissuta dalle famiglie e dagli artisti che le hanno incontrate, nella quale non vengono nascoste le fatiche che spesso accompagnano l’accoglienza, e al tempo stesso è presente la consapevolezza che queste fatiche possono trovare Qualcosa-Qualcuno che dà ad esse significato e compimento. Come dice uno degli artisti: “Quando penso alla loro storia vedo una condizione dove le fragilità e le ferite sono evidenti ma vengono accolte dentro un abbraccio misericordioso, trovano un senso e una possibilità di ripartenza, diventano presagio di una nuova nascita. C’è una luce che illumina la fatica, indica una via di fuga che permette di vivere nella certezza che la parola ultima sulla vita non è la morte ma la resurrezione”.

Hai dialogato con i 14 artisti per cercare di capire l’impatto che ha avuto in loro l’incontro con una famiglia che vive l’accoglienza. Che cosa ti ha colpito di più?

Mi impressiona la loro genialità nel tradurre un dialogo o una convivenza (a volte di poche ore) in un’opera d’arte, la capacità di alimentare l’ispirazione nel vedere un uomo e una donna che aprono la loro casa a uno sconosciuto. E nel contempo mi colpisce il loro tentativo di “risalire la corrente” per arrivare a cogliere “il segreto”, ciò che sta all’origine del gesto, fino al punto di desiderare quell’origine anche per loro. Uno degli artisti, Marcelo Cesena, mi ha detto: “Frequentando queste famiglie intuisco che tutte queste espressioni di gratuità nascono da qualcosa di grande che viene prima, nascono dall’avere sperimentato nella loro carne la carità di Dio. Diventano capaci di amare perché loro per primi si sentono amati. E incontrandoli, vedendoli in azione, fanno nascere in me il desiderio di vivere con la stessa intensità”.