“Io sono nato e sono amato”
Il 27 febbraio 2021 abbiamo incontrato i nostri amici Enea e Giulia, che ci hanno raccontato la loro esperienza di accoglienza del figlio Luca. Il riassunto dell’incontro.
Il racconto di Enea e Giulia potrebbe fermarsi già a questa affermazione del loro figlio Luca, accolto nel 2016 dopo averlo incontrato in una casa d’accoglienza per bambini disabili.
Giulia ed Enea non possono avere figli, e come è naturale per questo provano un dolore che non li lascia quieti. Nella loro storia hanno cercato persone che potessero aiutarli a dare un senso a questo dolore, e hanno avuto la grazia di incontrarne qualcuna.
Questo aiuto non è stato tanto nella sopportazione del dolore, ma nell’accettare che non potevano dare a loro e alla loro storia la forma che desideravano, e che dovevano attendere i segni della realtà per capire cosa c’era di buono lungo il cammino.
“Credo che il Signore ci prepari a certi passi attraverso dei volti”: suor Lucia è stato un esempio di questo, dicendo loro “Vedo in voi una grande libertà e tanto bene da dare, datelo! Chi ha più bisogno sono i bambini. Non vi sto dicendo però di verificare adozione o affido, ma di aprire occhi e cuore perché Zaccheo si è arrampicato sulla pianta per incrociare lo sguardo di Gesù”.
È un po’ come affermare che quando il desiderio permane non bisogna nasconderlo, ma continuare a lavorarlo!
Ad un tratto c’è stato l’incontro con Luca, che “sembrava un osso di seppia”, e l’accordo di andare a giocare con lui tutte le domeniche. Enea è stato preso da una strana attrazione, tanto che non riusciva più a tornare a casa la sera senza passare a trovarlo. “Senza accorgermene avevo bisogno io di andare da lui. Mi rendevo conto che era disabile, ma quando ero con lui la mia contentezza era alle stelle!”
La proposta di affido non ha tardato ad arrivare ed è venuta direttamente da Giulia, sorprendendo sé stessa. Luca ha detto sì con un soffio di voce mentre tutto di lui era raggiante.
È vero che il Signore prende due vuoti e ne fa un pieno chiedendoci solo di dire “sì”.
Dopodiché è iniziata una nuova vita tutta da riorganizzare sui ritmi e le esigenze di un figlio che ha bisogno letteralmente di tutto, e anche questa è stata l’occasione di grandi incontri.
Dalla logopedista alla fisioterapista, che si commuove nel vederlo fare un gradino e che rimprovera i genitori di non trattarlo per quello che è: “Non è un bambino di due anni! Lo dovete trattare come un bambino grande, altrimenti non andrà da nessuna parte!”
È forse Luca quello che dimostra di avere le idee più chiare, scrivendo nel suo diario “io sono nato e sono amato”. Con una sola piccola frase ha spazzato via tutte le obiezioni e le lamentele che purtroppo riempiono spesso la nostra vita di genitori.
“Ha una coscienza grande di sé e si stupisce lui stesso di quello che fa. Ci aiuta perché ha una capacità di aspettarsi, sfidarsi, stupirsi della sua vita.”.
Enea ci racconta di come ora vivere con Luca sia faticoso fisicamente, ma non per il resto: “È come se esemplificasse certe dinamiche nostre; lui non ha il problema di mantenere le cose, le VIVE, si stupisce e si accorge delle cose. E così lo insegna anche a noi”.
Se siamo seri con noi stessi e col nostro desiderio più vero non possiamo che dire di sì e dire con Luca: “Mi piacciono i fiori che sbocciano perché nascono come me”.