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Camminare al ritmo dell’altro

“Non c’è educazione senza camminare al ritmo della lentezza di cuore dell’altro…” (prefazione di Padre Lepori al libro “Il bene che permane”): il racconto dell’incontro tra le famiglie del Friuli Venezia Giulia di sabato 23 gennaio 2021.

Quarantadue famiglie delle province di Udine, Trieste, Pordenone, incollate al video per due ore e mezza ad ascoltare la storia di Maria Grazia e Massimo, in collegamento da Milano. Una storia di adozione di due ragazzi, arrivati in momenti diversi molti anni fa, della quale adesso comincia a svelarsi tutta la portata, per i protagonisti diretti, ma non solo. Le famiglie alla fine intervengono per ringraziare della “cruda sincerità” con cui Maria Grazia e Massimo hanno raccontato la loro storia e per dire “di aver ricevuto stasera un insegnamento grandissimo che dà coraggio per affrontare il presente”.

Commovente la presenza del figlio di Maria Grazia e Massimo, che ascolta a tratti serio e a tratti divertito il racconto dei genitori della sua vita dolorosa e “spericolata”. Per nulla imbarazzato, anzi molto disponibile a rispondere alle domande anche personali dalle famiglie collegate, dichiara di voler “cercare di restituire tutto quello che ha ricevuto”. Alla domanda su come abbia “potuto cominciare a vedere un bene per sè, dopo tanti anni di ribellione”, lui racconta di suo padre. Di come gli sia sempre stato vicino, senza mollare mai, dicendogli quello che era giusto, senza togliergli le sue responsabilità. E lasciandolo, in fondo, libero anche di sbagliare.

Questa presenza dei genitori gli ha consentito di riprendere a vivere, e adesso ha una sua famiglia ed è diventato padre. “Ai genitori che hanno i figli tremendi io dico non mollate mai! Dovete esserci sempre!”.

Alla domanda oggetto della serata su “Come poter vivere il tempo appieno, e non come in sospeso, vivendo una corrispondenza nel presente”, Maria Grazia risponde che nei periodi più difficili della loro storia hanno “imparato innanzitutto a prendersi cura del loro rapporto tra marito e moglie, dandogli lo spazio di cui aveva bisogno. E poi la frequentazione di luoghi che potessero ridare il significato della loro scelta, in particolare gli amici di Famiglie per l’Accoglienza”. E hanno sempre “cercato il punto di Bellezza che potesse illuminare tutto, pur consapevoli che la fatica e il dolore sono di fatto necessari per una vera esperienza di gratuità totale. Questo bene permane perché è diverso da quello che hai immaginato, ma ti fa più vera. E’ più grande quello che ho ricevuto di quello che mi è mancato” conclude Maria Grazia.

Un’altra mamma, colpita dall’incontro ascoltato, ha successivamente scritto ai suoi amici: “Ho riconosciuto nella storia di Maria Grazia e Massimo ancora più vero il fatto che i figli sono strada per compiere la nostra vita. Io e mio marito non saremmo quello che siamo senza la strada che abbiamo dovuto fare accanto a loro. E questo mi riempie di gratitudine”.