Questo tempo di attesa si trasforma in occasione
Da tempo di attesa a occasione per guardarsi più a fondo. Nell’incontro del 2 maggio l’Associazione di Bologna incontra 3 coppie che hanno intrapreso il percorso dell’affido. La testimonianza di Simona.
Dopo il primo incontro online del 18 aprile ci eravamo lasciati con una provocazione sul significato dell’attesa. È proprio a partire da questa domanda che abbiamo chiesto di raccontare la loro esperienza a tre coppie, che prima della pandemia avevano iniziato il corso sull’affido (ora sospeso a data da destinarsi).
Rosa e Livio, i più giovani, gli ultimi arrivati, ci hanno sorpreso per la libertà di raccontare la loro difficile attesa di allargare la famiglia. Hanno intuito che una strada per loro è già stata tracciata e questo tempo li aiuta a cercare con più attenzione le molliche di pane da seguire, tra cui quelle dell’Associazione. Hanno scoperto che per affrontare l’attesa di qualcosa che deve accadere si hanno due scelte: si può confidare soltanto in se stessi oppure cercare qualcuno che sia di sostegno nel cammino.
Stefania e Roberto, sono capitati quasi per caso ad un incontro dell’Associazione tempo fa, quando ancora non c’erano i 2 figli. Quell’incontro ha cambiato lo sguardo tra loro, tanto da fargli dire: “Quando stiamo con voi ci vogliamo più bene”. Hanno sperimentato che dire sì ad una proposta di Famiglie per l’Accoglienza è conveniente, e così hanno accettato la proposta del corso. Non sanno ancora dove li porterà questa scelta, ma dicono che “L’importante è seguire qualcuno che ci sta insegnando ad attendere lo svelarsi delle cose nei tempi che non sono i nostri”.
Nicoletta e Massimiliano hanno sei figli ed intraprendere questo viaggio è stato un passo di gratitudine per l’incontro fatto con l’Associazione. Per loro è stato aprire la porta al Bene e darGli credito. Ci hanno raccontato di uno sguardo nuovo sui loro figli, in questo tempo di attesa. Un percorso fatto da domande mai poste prima, “Cosa salva il mio stare con loro?”, per poter condividere la loro risposta: “L’attesa che Cristo stia con noi è diventata un’esigenza vitale, perché Lui è l’unico di fronte al quale non c’è scandalo e che ci rende certi che la strada c’è”.
Il punto comune per tutte le testimonianza è stato l’occasione di guardarsi più a fondo, di fare esperienza dell’essere scelti e voluti qui ed ora e di poter essere compagni di viaggio. In questo modo l’attesa di questi giorni non è un tempo sospeso, ma una ricerca attiva del senso del nostro esserci, un viaggio che continua anche stando chiusi nelle nostre case.
Anche questa volta la voce di Cinzia da Boston ci ha abbracciati: “È un privilegio per noi essere in due mondi così lontani, ma così vicini! Alla prossima!”.
Simona