Quanti amici sullo schermo!
I video-incontri delle case famiglia di Dimore per l’Accoglienza, come si vive in tempo di quarantena. Raccontano gli amici di Genova.
Subito tutti hanno notato la presenza sullo schermo dell’amico di Torino risultato positivo al virus, e con gioia abbiamo notato che sta bene. Lontano da casa, in quarantena, ha vissuto tanti giorni pensando alla moglie, sola coi bambini. Stavolta invece manca un papà genovese, ancora ricoverato in ospedale, tutti desiderano sue notizie.
Poi parlano le famiglie di Varese, Ferrara, Verona, Peschiera Borromeo…tutti raccontano come passino le giornate, come la fantasia aiuti ad inventare giochi e momenti insieme, piacevoli per genitori e figli. Da tutti la certezza che questi giorni fanno stringere i legami, fanno riguardare i volti dei figli e degli accolti con verità.
Quando scopriamo i nostri ragazzi pieni di desiderio, è come se li conoscessimo ancora di più, li sentiamo vicini a noi, e vogliamo loro ancora più bene. Quando accettano la condivisione con noi adulti, ne può nascere un dialogo bellissimo. C’è l’adolescente che dopo tanto tempo ha voglia di “raccontarsi”, il ragazzo che sta in disparte e si auto-esclude, ma poi, in occasione di feste di compleanno, piano piano si fa coinvolgere, si sente di nuovo “voluto”.
Ci sono case ancora sostenute dalla presenza di educatori, altre che invece devono farne a meno: Non mancano i dolori: una mamma accolta che decide all’improvviso di andarsene, subito prima dei decreti, un ragazzo che cerca un appartamento per conto suo e i genitori in pensiero per la sua sicurezza. Bambini che soffrono per la distanza della famiglia d’origine (e a volte l’assoluta mancanza di contatti e notizie).
Il pensiero di tutti è andato infine agli amici di Bergamo, che vedono ancora intorno a sé la situazione tragica della loro provincia. Hanno avuto un po’ di febbre, ora stanno bene, ma dover negare anche un abbraccio ai figli, soprattutto alla loro piccola, è condizione dura da accettare. Uno dei ragazzi ha fatto notare ai grandi un bell’albero fiorito fuori dalla finestra: “Non me ne ero accorto!” ha esclamato il padre. La bellezza si fa scoprire, con stupore, anche in tempo di pandemia, e allarga il cuore.
E’ stata importante per tutti la formazione, continuata attraverso incontri in video-conferenza. Noi famiglie abbiamo bisogno, vivendo questo momento di grande fragilità e complessità, di aiuto a vedere in esso un’occasione e un bene, a capire che ora più che mai non sta nelle sole nostre forze la soluzione e la risposta al disagio dei figli e degli accolti, ma possiamo accompagnarli guardando con loro la realtà di questo momento, chiedendo loro di fidarsi.
Molti hanno testimoniato la fedeltà a gesti di preghiera o alle Messe in video.
Tutti sono rimasti colpiti dalle parole di Cecilia, da Como: l’occasione, per la nostra vita, non è “dopo” il problema, ma “dentro” di esso.
Laura racconta come le telefonate tra gli adulti della casa (a Genova sono tre le famiglie unite nell’opera) avvengano da stanze separate per la sicurezza di tutti, ma questo non faccia venir meno l’unità: anzi, le parole e lo sguardo, un tempo condivisi durante il caffè serale, ora sono più pieni e più veri.
I saluti tra noi erano carichi del desiderio di rivedersi. Abbiamo persino progettato una vacanza insieme!”