“La mia vita è una storia semplice che ha impattato imprevisti eccezionali”.
23 febbraio 2019 a Buccinasco (MI) l’incontro “L’Accoglienza che libera” ed il dialogo con Giuditta Boscagli, insegnante e scrittrice. Alcuni appunti – non rivisti dall’autrice – della testimonianza.
Una vita al servizio del Mistero che svela il suo disegno buono anche attraverso circostanze particolari e talvolta dolorose: Giuditta si innamora di un detenuto e poi lo sposa. Abbracciando la misura di Dio, la misericordia, i due sposi decidono un nuovo “investimento di fede” ospitando in casa un ragazzo uscito da una comunità per minori.
Giuditta racconta: “La mia vita è una storia semplice che ha impattato imprevisti eccezionali. Ho potuto guardare, cammin facendo, quello che Dio stava costruendo con me. I segni di Dio alle volte diventano così evidenti che non puoi avere dei dubbi e dimenticarli più. Così non dobbiamo mai scordare la storia da cui veniamo. L’accoglienza – verso un ragazzo – si è imposta alla nostra vita, non è stata una cosa cercata ma si è svelata come opportunità e come domanda per me e mio marito. Verso di lui non posso avere la pretesa di risolvere il suo dolore, non posso impedire il suo sbaglio. La sua ferita è la modalità con cui Dio vuole andare a prendere anche lui. Noi genitori possiamo accompagnare e lasciare la sfida decisiva, per la sua libertà, nelle mani di Dio.
In tutto quello che è accaduto nella mia vita mi rendo conto di quanto sia decisiva l’obbedienza alle circostanze. Nel dire di “sì” mi sono accorta che lungo il cammino ho avuto molti ‘padri’ e ‘madri’ che, con amore ed autorevolezza, mi hanno dato sostegno. Il nostro lavoro continuo deve essere quello della preghiera per andare oltre alla nostra impazienza di capire e risolvere tutto subito”.