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“Sono colpita dalla proposta di essere liberi dall’esito educativo”.

Una trentina di famiglie, con figli adottati ed in cammino verso l’adozione, si sono incontrate sabato 26 gennaio a Milano per condividere il cammino. Spunto di conversazione, dopo la cena al sacco insieme, la video testimonianza di Don Claudio Burgio su tema “Vivere nel presente uno sguardo che sappia abbracciare i figli nelle sfide quotidiane” *.

Don Claudio Burgio ha introdotto il suo intervento sottolineando: “In fondo l’essere padre e madre è un cammino. Un viaggio lungo tutta la vita. Un viaggio fatto di incontri. Un viaggio in cui la fiducia è un grande tema. I ragazzi dicono: ‘Voglio vedere se questa famiglia si fida di me’. Su un muro del carcere minorile Beccaria, un ragazzo ha scritto: ‘Tengo il cappellino abbassato sugli occhi perché se li guardo in faccia rischio di fidarmi’. La fiducia non si può imporre, si può proporre. E questa ha a che fare con il diventare uomini. Perché anche noi non ci fidiamo. Allora come si fa ad avere fiducia di un ragazzo che ruba in casa? Come avere fiducia dopo tanti tentativi e tanti fallimenti. La fiducia si deve appoggiare ad una fiducia ulteriore. Che noi chiamiamo fede”.

E poi alcuni interventi dei presenti. Chiara: “Sono colpita dalla libertà di rapporto raccontata da Burgio. La proposta di essere liberi da un risultato educativo. In effetti, sui rapporti, io mi pongo sempre delle aspettative ed una certa attesa di risultato ce l’ho”.

Beppe, commentando le parole di Chiara, ha raccontato: “Dopo 11 anni adozione mi accorgo che il cammino è continuo. I figli possono fare cadere tutte le nostre aspettative. Ma gli spunti di rilancio e di libertà portati da Burgio richiamano l’apertura necessaria nell’adozione”.

Elio: “Io e mia moglie siamo nel percorso ed attendiamo l’udienza. La performance che ho in testa è il raggiungimento del progetto che ho in mente. Incontrando gli enti (organizzazioni che si occupano di adozione internazionale) ti viene chiesto come ti aspetti che sia tuo figlio adottivo. E ti parlano subito di “special needs”. Ti senti urtato rispetto alle aspettative che hai. La sfida della realtà è continua tra aspettative e la possibilità di accettazione di circostanze più ampie delle previsioni”.

* Fondatore della comunità Kairos e cappellano del carcere minorile di Milano, intervento fatto in occasione del Seminario annuale dei responsabili di Famiglie per l’Accoglienza -16/18 novembre 2018 Castelnuovo del Garda