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Accogliere giovani stranieri, anche richiedenti asilo. L’esperienza di Elvira

Accogliere tanti giovani stranieri, anche richiedenti asilo: Elvira racconta la sua esperienza. 

“L’accoglienza è una dimensione dell’umano che nel tempo prende diverse forme. Per me e la mia famiglia – racconta Elvira – oggi vuol dire accogliere tanti giovani stranieri, anche richiedenti asilo, che cercano un luogo, una casa, una famiglia in cui stare, magari non fisicamente, ma come ambito con uno sguardo benevolo sulla loro persona”.

Una di queste persone – continua – è F., proveniente dalla Sierra Leone. E’ venuta in Italia per raggiungere il padre e la seconda moglie, lasciando a malincuore la madre. La convivenza familiare non è stata positiva e allora F. si è trasferita da uno zio. A livello scolastico si è trovata bene e quando ha iniziato a lavorare, anche se in nero, era contenta. I suoi problemi principali sono stati con i parenti per cui a un certo punto non è stata più accettata e si è trovata praticamente per strada. Inizialmente è stata accolta da una signora che aveva conosciuto al lavoro, ma poi l’ospitalità è terminata per motivi contingenti.

Fortunatamente, facendo la mediatrice culturale in una cooperativa, ha conosciuto la mia amica Susanna: così è arrivata alla mia famiglia circa due anni fa. Viveva una situazione di dolore e di solitudine, oltre ai disagi materiali che aveva dovuto sopportare. E’ iniziato con lei un bel rapporto che ci ha visto impegnati nell’accompagnarla in tanti bisogni concreti: dal tenerla in casa nostra, di giorno, quando faceva la badante di notte, dal cercare altri lavori con l’aiuto competente di Giovanna, assistente sociale dell’associazione, all’iscriverla ad un corso Asa di cui è riuscita a prendere l’attestato. Ora ha trovato lavoro in una casa di riposo e ha potuto prendersi un piccolo appartamento in affitto.

In questo percorso fatto insieme F. si è affidata a noi e ad altri amici che si sono coinvolti nell’accompagnarla. E’ stata un po’ adottata da più famiglie per “non deviare dalla retta via”, come lei stessaha detto. Stando in questa compagnia si è sempre meravigliata che non le chiedessimo niente in cambio e che non le facessimo domande particolari su tutta la sua storia. Ora si sente parte di questo gruppo di persone e così ci ha scritto: “Sono stata molto fortunata ad aver conosciuto Susanna e attraverso di lei tutti gli altri amici. Mi sento parte della loro vita. Nonostante io sia mussulmana, mi hanno sempre accolto a braccia aperte. Adesso sono loro la mia famiglia e mi vogliono un mondo di bene”.

Anche noi dobbiamo ringraziarla perché ci ha aiutato a capire che l’accoglienza non nasce da un progetto, ma da un incontro con la realtà che, in questo caso, è stato il volto di F. e domani di chissà chi. Ci ha aiutato a non dimenticare che tante volte anche noi siano stati accolti e abbiamo avuto bisogno di altri per andare avanti, per “non deviare” dal disegno che Dio ha su di noi.”

Elvira con Giovanna e Susanna ed il gruppo ospitalità di Varese