La gratuità dell’esserci
A Firenze, alla giornata di convivenza di Famiglie per l’Accoglienza Regione Toscana lo scorso 14 gennaio, è intervenuta suor Angela Bertelli, missionaria e fondatrice a Bangkok di una casa di accoglienza di mamme con bambini disabili, che ha offerto la sua testimonianza di impegno con la vita.
Suor Maria Angela Bertelli ha voluto subito motivare il senso della sua presenza. “Io non ho generato figli – ha detto – ma la maternità e la paternità non dipendono dalla carne e dal sangue, bensì da un impegno con la vita”. È una vocazione che scaturisce dall’amore di Dio, che induce a “desiderare, cercare e avere a cuore il bene degli altri”, come scrive papa Francesco nella Evangelii gaudium, e che ha portato suor Angela a creare a Bangkok la Casa degli Angeli, dove sono accolti bambini disabili e le loro mamme. Per cogliere la portata di questa iniziativa missionaria bisogna tener conto che nella cultura thailandese, permeata dal buddismo, l’handicap è visto come una maledizione, la punizione di un male compiuto dalla mamma oppure dallo stesso bambino in una vita precedente.
In questo contesto la Casa degli Angeli parte dalla sofferenza e dalla discriminazione di mamme e bambini per arrivare a una nuova vita, nella quale si fa esperienza dell’amore vero di Cristo morto e risorto. La Casa non è – o non è soltanto – un centro di assistenza, un dispensario alimentare, uno studio di fisioterapia: è invece un luogo dove le mamme possono avere fiducia reciproca, imparare a raccontarsi a vicenda e trovare l’amicizia di altre persone in grado di capirle. Soprattutto possono vedere in un’altra luce i loro figli, non più figli maledetti ma bene prezioso. Grazie a questa trasformazione, nonostante che a nessuno venga chiesto di cambiare religione, ogni anno accade che qualche mamma chieda di essere battezzata: l’esperienza vissuta le porta a desiderare di conoscere più profondamente l’amore di Cristo, a sperimentare che cosa voglia dire il Vangelo.
Attraverso le storie della Casa degli Angeli e della sua stessa vita, suor Angela ha dato testimonianza di come i poveri e i sofferenti siano l’occasione – così come non si stanca di ripetere il magistero di papa Francesco – di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente. Non bisogna stancarsi di accogliere la misteriosa sapienza che Cristo ci comunica attraverso i poveri di spirito, anche nella difficoltà dei rapporti personali, nei rifiuti, nell’inevitabile senso di sproporzione tra la preparazione individuale e la realtà. “Signore – prega suor Angela – io fino a qua ci posso arrivare, ora fai accadere tu qualcosa che sblocchi la situazione; io ti riaffido queste persone, arriva tu a scuotere il loro cuore, non sono io la risposta”.