Giornata di fine anno Piemonte: esperienza di bene nella compagnia
Sabato 27 maggio, giornata di fine anno a Carmagnola. Una cinquantina di persone tra adulti e bambini. Una villa ottocentesca gestita dalle suore di Sant’Anna. Tanti animali per la gioia dei bambini. E anche un lama a ricordarci che quando apri le porte di casa all’altro, entra il mondo in casa tua. Qui una sintesi dell’incontro.
Il bene, la positività di ciò che accade è ravvisabile in tanti segni visibili nella vita di ognuno, ma non è nostro, è imprendibile perché legato al Mistero. Abbiamo voluto raccontarci questi segni, a Carmagnola, alla luce del cammino fatto quest’anno dentro la nostra compagnia.
Iniziano Luisa e Cristiano, da poco arrivati tra noi: “Abbiamo reagito alla rabbia che avevamo dentro e siamo stati aiutati a ricominciare il nostro percorso adottivo”. Sono seguiti da un’altra coppia, grata di aver trovato un luogo dove potersi confrontare e raccontarsi, perché sovente si era sentita isolata nella sua storia. La compagnia reciproca sostiene e rende capaci di affrontare circostanze prima impensabili: “Tutte le volte che dobbiamo accompagnare mio figlio, a rischio giuridico, dai suoi genitori, la presenza puntuale di L. che viene con noi ci ha permesso di guardare questa circostanza con un’altra prospettiva”.
La realtà vissuta con il desiderio di pienezza cambia, fa fare dei passi importanti : una pazienza alimentata dalla speranza che nulla della vita va sprecato, anche gli sbagli e le difficoltà, come dice Elena raccontando della scuola del figlio. “E anche accettare che il figlio prenda una strada impensata per provare a diventare ‘grande’ fa fare un passo a lui e a noi genitori”. Perché, come dice Giordana, “Io desidero la felicità per mio figlio, ma non sono io che gliela do, posso solo accompagnarlo nel farlo diventare grande, mostrandogli chi e che cosa fa felice me”.
L’accoglienza della diversità, che da teorica diventa reale nell’abbracciare le abitudini e la cultura così lontana di una ragazza d’origine africana, fa dire a Renzo: “E’ tutta la mia persona che è coinvolta e spesso guardando agli atteggiamenti che ho di fronte a lei mi trovo povero, con il mio limite e i miei giudizi anche non detti. Anche questa mia esperienza però è stata occasione di domandare per me un perdono e possibilità di ricominciare”.
“La realtà cambia, giudica, ti può far diventare”, come dice Antonello, “migliore di quello che sei”.