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Maria Elena Vivaldi: la mia esperienza di affido raccontata a Palazzo Marino

Sabato 6 maggio: intervento e testimonianza di Maria Elena Vivaldi, mamma affidataria, a Palazzo Marino (sede direttiva del Comune di Milano) sul rapporto tra una famiglia affidataria e la rete Famiglie per l’Accoglienza.

Mi sono trovata sabato 6 maggio, a fianco dell’assessore Majorino e alla coordinatrice Silvia Zandrini, nella sala consigliare del Comune di Milano, dove si riuscono Sindaco e giunta per discutere di programmazione. Il contesto artistico molto bello, la presenza e il tono abbastanza formali.

Di fronte a me altre famiglie affidatarie, alle quali era stato appena consegnato un diploma dal Sindaco. Il contesto poteva intimidire, devo dire, ma sono partita raccontando di me, di noi (come coppia e poi come famiglia) e del desiderio iniziale di oltre 5 anni fa di accogliere un bambino a casa nostra. Ho parlato del percorso e della storia di bene che si è sviluppata per noi negli anni. Ho raccontato episodi, fatiche, piccoli aneddoti, certa di un bene grande che ci ha accompagnati. Di fronte a me, mio marito e la mia figlia grande, intimidita e inorgoglita, e due amiche dell’associazione, con lo sguardo commosso.

Qual è il valore aggiunto di appartenere ad una rete ed a Famiglie per l’Accoglienza? Per me il desiderio di accoglienza ed il cammino dell’affido famigliare non si possono affrontare da soli. Da soli il desiderio si ridurrebbe e gli ostacoli diventerebbero soffocanti. Vivere momenti formativi e conviviali nell’associazione rilancia sempre, permette di rialzare lo sguardo e di essere certi della bontà di questa strada.

Così, un momento che poteva essere formale e istituzionale, è diventato possibilità di riprendere la storia della mia vita e abbracciare con il paragone della esperienza le altre famiglie in sala, sconosciute all’inizio e più vicine dopo.

Maria Elena Vivaldi