Quale “certezza” nel guardare il figlio affidato, e fargli compagnia
Intensa e, a tratti, commovente la testimonianza di Silvia e Sante Pagnin, genitori affidatari di Padova. A Senigallia, nel secondo incontro regionale delle Marche, hanno sviluppato il tema della “certezza per guardare il figlio e fargli compagnia”.
Raccontando con semplicità e profondità la loro storia di fronte ad un pubblico numeroso, Silvia e Sante hanno subito messo in evidenza che “Non esistono metodi o soluzioni automatiche per guardare un figlio. Il metodo è far riferimento a ciò che genera la propria certezza, quello che di buono è accaduto alla propria famiglia e che può accadere a tutti: essere investiti da un grande amore, essere stati raggiunti da quell’amore che si attende, da quell’Abbraccio che ti salva, ti perdona, ti risolleva”.
Silvia racconta la dinamica della certezza, nel rapporto con i figli: “E’ come quando ci si innamora, passo dopo passo nel conoscere il grande amore. Un cammino che si svela del tutto in un incontro vero. E quando arriva si svela nella sua imponenza, non hai più dubbi. Sei certo di quello che hai davanti agli occhi, è un accorgersi di una realtà davanti a sé”.
E poi la relazione con gli amici: “Siamo rimasti in Famiglie per l’Accoglienza riconoscendo nel tempo lo sguardo di persone che sono, prima di tutto, commosse. Che vivono una vibrazione e passione per la vita. Sono certa che tutto quello che è dato nelle circostanze della nostra vita è sostenuto da una grande bellezza e compagnia”.
Al termine dell’incontro dopo la Santa Messa, tutti a pranzo insieme condividendo non solo le parole di queste testimonianze, ma anche le esperienze famigliari, dolori e speranze.
P.M.