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Di perdono in perdono

Prendi una splendida domenica di fine febbraio – vero anticipo di primavera – ed invita tutte le famiglie interessate ad un incontro per riprendere il tema della misericordia tra coniugi, dopo aver già proposto, in una precedente serata, la visione di un video in cui un sacerdote ne parla, con grande profondità, ponendola come pietra angolare della vita di ciascuno e delle famiglie tutte.

mezzo La sala accoglie tante famiglie e, dopo una merenda insieme ai bambini, mentre loro vengono affidati a chi li sa custodire, gli adulti si mettono al lavoro e provano a confrontarsi con questo tema, parlando di sé, testimoniando come nella loro vita personale, coniugale e familiare la misericordia e il dono del perdono – accolto e donato – hanno cambiato la prospettiva, il respiro e la coscienza di sé. Ciò che davvero commuove è l’intensità con cui ci si ascolta e paragona, è palpabile l’impressione che anche chi non parla partecipi pienamente e provi con serietà a far tesoro di ciò che viene detto, in una tensione che unisce le coppie più giovani, con i bambini ancora lattanti, a quelle che hanno alle spalle trent’anni di matrimonio e possono già godere della compagnia dei figli dei loro figli.

Ciò che emerge dalle testimonianze è senz’altro la certezza che è proprio dalla disponibilità ad accogliersi tra marito e moglie che tutto può iniziare e crescere nel tempo, con un gusto ed un’intensità altrimenti impensabili. Anche la possibilità di educare i figli, quelli naturali come quelli accolti, senza mai perdere la speranza, ricordandosi sempre che – pur con tutto l’amore con cui li guardiamo – non possiamo essere noi a salvarli, anche questa impotenza ultima non diventa motivo di oppressione o delusione solo dentro una reciproca custodia in cui marito e moglie diventano l’uno per l’altra richiamo a “sollevare lo sguardo”, a trasformare le preoccupazioni in domande, vere domande, che attendono una risposta, una risposta che non si possiede già, che potrebbe stupirci, anche molto, e costringerci ad allargare la nostra misura per far spazio all’iniziativa di un Altro.

Non a caso il canto che ha introdotto l’incontro è stato “l’iniziativa”, il cui ritornello recita “in fondo ha preso Lui l’iniziativa e allora che paura abbiamo. Solo l’ingratitudine ci fa dimenticare che Dio non comincia se non per terminare”. E così, alla fine è emersa anche l’altra certezza, quella che – a ben vedere – sta a fondamento di tutto e cioè che dobbiamo sempre fare memoria della misericordia che Dio ha avuto nei confronti di ciascuno, perché è da qui che scaturisce la nostra capacità di perdono e solo in questa coscienza – di essere noi per primi costante oggetto di misericordia – possiamo ogni giorno ricominciare in una vita, quella delle nostre famiglie, che può crescere solo così: di perdono in perdono.

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