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Lettera del Presidente dell’Associazione: la bellezza della famiglia e i nuovi diritti

In relazione al dibattito sui “nuovi diritti” il Presidente di Famiglie per l’Accoglienza ha voluto indirizzare ai soci una lettera che viene qui pubblicata.

Cari amici,

in questi giorni tutti noi siamo coinvolti nella vicenda della legge Cirinnà che prevede il riconoscimento delle coppie di fatto e la “stepchild adotpion” per le coppie omosessuali.

Senza entrare analiticamente nel merito della proposta che viene rivista in queste ore con una valanga di emendamenti e che affronterà la discussione parlamentare, credo che tutti riconosciamo gli elementi di riduzione della famiglia e di mancato rispetto delle esigenze dei minori, in essa contenute.

La nostra esperienza personale e di associazione ci ha fatto toccare con mano quanto la famiglia sia luogo fondamentale per la generazione e la crescita della persona e della società e quanto un bambino abbia bisogno della presenza di un padre e una madre per essere adeguatamente accolto, educato e accompagnato. Lo abbiamo visto soprattutto nei minori accolti che mostrano tante ferite e fragilità e che nell’abbraccio complementare e diverso di un padre e una madre hanno tante volte ripreso la coscienza di essere un bene.

Abbiamo visto tante volte nella nostra esperienza la bellezza della famiglia come luogo in cui vive un’accoglienza totale e gratuita, tra marito e moglie, capace di sacrificio e perdono, aperto alla vita e al dono dei figli, nel loro irriducibile e infinito valore, anche quando segnati da malattie e difficoltà, e  abbiamo desiderato che questo fosse un bene testimoniato e comunicato a tutti. Per questo abbiamo aperto tante volte le porte delle nostre case, l’abbiamo raccontato in tanti incontri.

Quante volte abbiamo testimoniato che la famiglia è questo luogo di bene dove persone estranee e ferite sono diventate figli accolti! Quante volte abbiamo riconosciuto la grandezza affascinante dell’ incontro vero con chiunque, qualunque colore, religione, condizione, storia, idee, orientamento sessuale avesse, in una apertura e passione verso tutti, che partiva dall’accoglienza nelle nostre famiglie e diventava dimensione con cui affrontare ogni rapporto e circostanza della vita.

Questo è il nostro principale contributo in una società segnata dall’istintività, dal possesso, dalla riuscita, dalla pretesa sull’altro, dalla presunzione, e in fondo dallo smarrirsi dell’ “io” e delle sue domande ed esigenze più profonde; segnata dalla solitudine e dalla falsa soddisfazione di mille piccoli desideri (e consumi) che però non rendono lieti perchè non corrispondono davvero; una società che ha il suo pesante influsso su tutti (noi compresi) come un “effetto Chernobyl”. Di fronte ad una crisi della famiglia che è sotto i nostri occhi,   evidenziata da un numero impressionante di separazioni e divorzi, come anche da una abitudinarietà ed estraneità che tanti vivono nella propria casa,  il nostro primo contributo è vivere e testimoniare, con tutti i nostri limiti, e anche consapevoli dei nostri tradimenti, la bellezza di una novità che abbiamo sperimentato nelle nostre persone e nelle nostre famiglie, non come sentimento o emozione, ma come fatto che si pone e chiunque può incontrare. Il nostro primo contributo è testimoniare questo e insieme quello che lo ha permesso e sostenuto, comunicarlo ovunque siamo,  cogliendo il bisogno di compimento che ogni persona – anche chi non la pensa come noi – porta .

Ci è stato ricordato il “per” che c’è nel nome della nostra associazione, che apre, crea ponti, cerca di costruire rapporti veri: ciò che cambia il mondo è ciò che cambia il cuore dell’ uomo.

Questo è ciò che, chi tra noi che parteciperà alla manifestazione del 30 gennaio, potrà portare. La nostra Associazione non ha aderito alla manifestazione, perché ci sono diverse valutazioni tra noi rispetto allo strumento della piazza, e lascia liberi i suoi aderenti. Sappiamo che non è la legge che può ridare vigore e vita all’esperienza vissuta delle famiglie, ma chiediamo alle istituzioni che la famiglia sia riconosciuta e possa vivere, chiediamo una politica più capace di promuoverla per il bene di tutti, e crediamo che anche stralciare le adozioni alle coppie omosessuali da questa legge e non equiparare le coppie di fatto alla famiglia fondata sul matrimonio sia un importante passo, che anima peraltro anche molti che parteciperanno al gesto di sabato.

Qualunque sia la nostra la nostra personale valutazione sugli strumenti cui aderire, questa circostanza sia una ulteriore occasione di portare ovunque in modo più consapevole quello che ci è stato dato di vivere, perché questa rimane la sfida e il contributo più grande.

Marco Mazzi