“L’esperienza dell’affido porta una sfida ed una crescita nei rapporti e nei legami”
Riunite per confrontarsi sugli spunti di dialogo consigliati (Julian Carròn: “L’accoglienza è una possibilità per prendere consapevolezza di chi siamo veramente? E’ una modalità che risponde al dramma del vivere? Altrimenti è come se la vita andasse da una parte e i problemi da un’altra. È inevitabile che l’accoglienza diventi un peso, se non è percepita come una possibilità innanzitutto per sé. Fare il bene degli altri non basta, perché possiamo fare tutti i sacrifici possibili per gli altri, ma se non percepiamo una convenienza per noi, i nostri figli lo vedono dai nostri occhi; con loro non possiamo barare”) una dozzina di famiglie si sono incontrate lunedì 18 a Milano per condividere le proprie esperienze nel percorso di affido.
Ecco una sintesi di alcuni contributi.
Lilly ha espresso una fatica ed una mancanza di profondita dei servizi sociali che: “Hanno spesso un approccio burocratico alla storia di affido senza un reale coinvolgimento o percezione della profondità di umanità delle storie dei minori e delle famiglie che li accolgono. Il rapporto con mio figlio accolto è straordinario, edificante e positivo ma talvolta l’interlocuzione con Servizi sembra completamente sterile e non in grado di valorizzare questa nostra realtà”.
Maria Elena ha poi sottolineato l’intensità che percepisce nella relazione della minore accolta con la famiglia di origine: “Quando mia figlia va o torna dagli incontri programmati da sua madre mi viene spontaneo chiedermi di quale natura sia il nostro rapporto”.
Tiziana ha ricondotto alla sfida della serata: “La nostra esperienza di affido non è diminuita da quello che i Servizi Sociali non fanno. Viviamo storie che certamente parlano e dialogano costantemente con alcune ferite: nel rapporto con i servizi sociali, nel rapporto con i figli accolti ed in quelli con la famiglia di origine. La profondità di questa esperienza travalica i limiti operativi dei Servizi. Lo spunto proposto da Carròn – ingombro o convenienza delle nostre storie di accoglienza – è una provocazione che è utile considerare. Com’è per noi? E’ sempre urgente cercare e guardare questa nostra convenienza anche all’interno di rapporti che non negano fatica e sofferenza. L’esperienza dell’affido porta una sfida ed una crescita nei rapporti e nei legami. Capiamo di più chi siamo? Attraverso l’affido capiamo di più la natura della vita. Siamo educati ad una dipendenza e ad un continuo paragone con gli altri e con il senso della vita”.
Giampietro ha raccontato della sfida di accoglienza a cui sente chiamata la sua famiglia: “Talvolta abbiamo una pretesa che non considera il dolore che questi nostri figli accolti portano e che non esprimono, non sono capaci di esprimere interamente. Noi abbiamo il compito della custodia e del metterli nelle migliori condizioni per affrontare, con un’ipotesi positiva, le sfide della vita”.
“Non siamo in grado di sanare la ferita dei figli accolti ma possiamo garantire la ‘cura’ attraverso i dettagli della giornata – ha aggiunto Barbara – Si, siamo chiamati ad essere custodi rigorosi (nella cura quotidiana) ed aprire loro la possibilità e la speranza di un incontro – anche fuori dalla famiglia – che spalanchi il cuore e rilanci nella vita”.
Prossimo incontro
Il prossimo incontro del Gruppo Affido avrà luogo lunedì 22 Febbraio 2016 alle ore 21 presso la scuola CIOSF Centro Italiano Opere Femminili, a Milano in via Timavo 14 (MM SONDRIO).
Informazioni – Segreteria Affido
Giovedì ore 15.30-17.30
Tel. 02/70006152-54
Email: affido@famiglieperaccoglienza.it
23 Gennaio 2016