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foto di gruppo al pellegrinaggio

“Il giorno migliore della mia vita”

Durante la Messa che ha concluso la giornata di inizio anno dell’Associazione in Toscana, ha fatto la prima comunione C. un ragazzo in affido da circa un anno a una famiglia dell’Associazione.

“Ha fatto sempre di sua iniziativa partendo in pratica da zero come conoscenza religiosa, anche se non certo come domanda – racconta il babbo – e in questo percorso l’elemento decisivo è stata la compagnia degli amici e delle famiglie dell’Associazione. Per questo l’ambito per ricevere Gesù per la prima volta, che fosse più corrispondente alla strada percorsa, non poteva che essere il pellegrinaggio di inizio anno in cui affidiamo al Signore e a Maria tutta la nostra esperienza”.

Nella piccola chiesa del Santuario di Montesenario, affollata di bambini e famiglie, il momento è stato forte per tutti, e ha fatto dimenticare anche il temporale che si è scatenato nel frattempo. C.  ha letto la sua preghiera dei fedeli “Tu che sei pieno di misericordia, che riempi la terra, i cieli e i mari di tutto il mondo, fammi stare in comunione con il prossimo cosi che possa amarlo e adorarlo come Tu fai con noi”.

La mamma ha scritto: “Di ritorno in macchina C. mi ha ricordato che una delle sue prime domande al suo arrivo a casa nostra era stata: riuscirò a vivere il mio giorno migliore prima di morire? E io gli avevo risposto che era troppo giovane per poter definire con certezza il giorno migliore, ma gli avevo consigliato di dare tempo al tempo perché questo potesse accadere. Oggi C. mi diceva che questo era stato il suo giorno migliore. Tanti amici, tante persone che gli vogliono bene! Un grazie quindi a tutti voi che mostrate in modo tangibile quanto volete bene a lui e a noi tutti , grazie per la dedizione, per la pazienza con cui Dio cura attraverso voi le nostre ferite e i nostri limiti”.

E anche per chi ha partecipato per la prima volta l’occasione è stata significativa. “La giornata di oggi per me è stata un’esperienza bellissima, come aver assaporato un po’ di cielo” ha scritto un’amica a Martina, che aggiunge: “Le ho detto che questa nostra compagnia per me è la mia famiglia. E’ sempre un’evidenza che i nostri momenti di incontro non sono frutto della nostra bravura ma di Qualcun altro e alla fine della giornata ti cambia lo sguardo perché è accaduto qualcosa”.