Incontro con Vincent Nagle. Com’è andata
Domenica 26 ottobre 2014 a Torino incontro con don Vincent Nagle sul tema “Educare i figli cristianamente. E’ possibile oggi?”. Di fronte ad una sala gremita da oltre un centinaio di persone la testimonianza di vita del sacerdote missionario.
Cosa ha colpito i partecipanti? Ecco alcuni spunti da una lettera inviata ad alcuni amici, il giorno seguente l’incontro, da parte di una partecipante.
“Il relatore era un prete di origine americana della fraternità di San Carlo Borromeo, uomo eccezionale e … molto americano! Quando mi sono resa conto di non avere il quaderno degli appunti mi sono dispiaciuta ma è stata una fortuna perché così per me è stato veramente un aiuto a vivere l’Incontro! Non posso descrivervi la passione, l’intelligenza e l’acuta ironia, un po’ americana, di quell’uomo. Ma desidero condividere alcuni dei punti che mi hanno colpito, anche se sono traccia non fedele e molto personale.
Innanzitutto ci ha sfidato dicendo che la paura di educare di oggi è legata al fatto che realmente mettendo al mondo i figli il loro destino è tragico, nel senso delle sofferenze e della morte che naturalmente li e ci aspetta…
E allora? La differenza – ci ha detto – la fa avere un senso della vita.
Secondo aspetto: l’educazione oggi è ridotta al far star bene. Che spesso si traduce in gesti come il prendere le parti del figlio in contrasto con le “punizioni” dei prof. ed in generale nell’aiutare in tutto i figli… Invece – diceva don Vincent – la vita è un’avventura da affrontare con coraggio e il genitore è colui che manda il figlio ad affrontare la vita.
Uno dei problemi dell’educazione oggi è che la cultura moderna ha eliminato la figura del Padre, il padre è diventato un’altra madre (anche se non è sbagliato che il marito aiuti la moglie ma non si deve limitare a questo!). Per farci capire l’importanza del Padre e il suo ruolo scritto nel nostro essere ci ha parlato di Gesù che per primo ha parlato di Dio come Padre e che spesso, nel Vangelo, chiamava “Colui che mi ha mandato”.
Il padre è colui che manda eppure conserva su di se’ tutto le ferite del figlio. Il passo di fede che il figlio farà non sarà nostro, non non saremo presenti quando i nostri figli arriveranno a dire: ‘Signore aiutami’, a riconoscerLo Signore della loro Vita. Ci ha anche detto che non dobbiamo aver paura dei nostri errori, che i figli non devono essere guidati e guardati con lo scopo che si comportino bene, facciano come pensiamo noi: i figli devono essere sfidati e mandati a compiere il loro compito, la loro avventura!
Sicuramente ho tralasciato passaggi e ho personalizzato il contenuto ma non potevo non condividere con voi questa esperienza… bella!
Laura