“Adozione, ma ne vale la pena?”. Appunti dall’incontro del 18.10
Una ventina di famiglie si sono ritrovate a Milano per condividere il proprio cammino dell’adozione.
L’incontro proponeva uno spunto di riflessione: “Ne basterebbe una … ciascuno di noi è sollecitato a partecipare perché invitato da una o più famiglie, in un rapporto. Questo è il punto di partenza. Poi, nel tempo, l’incontro può essersi allargato anche ad altre famiglie dell’Associazione.
Qual è il bisogno o desiderio nel rapporto tra famiglie adottive e disponibili all’adozione?
Che cosa è cambiato nell’esperienza quotidiana dal primo incontro con le famiglie dell’Associazione?”.
Mentre i bambini giocavano insieme al piano di sopra gli adulti hanno iniziato il momento di assemblea con una domanda di una giovane coppia che sta valutando l’adozione: “Nei nostri incontri e dialoghi con gli assistenti sociali emergono tante difficoltà. Le storie di questi bambini portano profonde ferite. Di fronte ad uno scenario di questo tipo ci siamo chiesti e chiediamo a tutti: ma ne vale la pena? C’è un positivo?”.
Una domanda così semplice e radicale ha provocato tutti.
Cristina racconta: “É questa una domanda essenziale e fondamentale, cosi ciascuno di noi ha raccontato a che punto è della sua storia adottiva, le gioie e le fatiche con i propri figli, una quotidianità talvolta in salita ma sempre intrisa alla base di una letizia a tratti inimmaginabile. Tuttavia a un certo punto guardando i volti delle persone sedute in cerchio e mio marito seduto di fianco a me, mi sono sentita di dire che in fondo ne vale la pena fin da subito. Ne vale la pena prima dell’esito che poi ci sarà perché in tal caso può valerne la pena perché il figlio che arriva è proprio quello che desideravamo, perché è bravo, perché anche dentro la fatica è comunque possibile vedere del bello e del buono, perché abbiamo tanti amici… certo vale la pena per tutto questo, ma vale la pena da subito. Da quando si decide di affrontare la curiosità per questo cammino, da quando si decide di fidarsi di uno sguardo amico, di dire di sì ad una storia iniziata, magari per caso, in un incontro affascinante con qualcuno che è già avanti nel cammino. In fondo il sì origina quando uno decide consapevolmente di affidare la propria vita a un bene intravisto, a Qualcuno che ha pensato per noi una storia che non decidiamo noi.
Vale la pena intraprendere questa strada, anche perché abbiamo un luogo dove poter porre liberamente questa domanda e dove non ci viene offerta una soluzione (tocca a noi), ma una serie di volti e di testimonianze che tutto ciò è possibile!”.