Adozione: il cammino di due adulti per scoprire il vero desiderio del cuore accogliendo un figlio
Cosa avevamo chiesto a Dio? Essere una famiglia normale con dei figli. Avete mai visto la parte di sotto di un ricamo con tanti fili intrecciati? Siamo come bambini che guardano dal basso il ricamo che la madre sta facendo, si vedono solo fili intrecciati, invece la mamma (che in questo caso è Dio) vede il ricamo dall’alto e sa che si sta formando un’opera meravigliosa.
Il bisogno di superare la difficoltà, l’impossibilità della genitorialità biologica ci ha già fatto fare un grande passo di apertura, di sensibilità, ci ha fatto vedere oltre e ci ha permesso di far diventare l’adozione una scelta e non più un ripiego.
Parla di scelta, Daniela, quasi ricapitolando in una sola parola la bellezza di un minicorso sull’adozione che di piccolo ha avuto solo… la durata. Daniela e suo marito Luigi sono una delle undici coppie protagoniste del percorso in quattro tappe promosso da Famiglie per l’Accoglienza Abruzzo, che si è svolto a Pescara dal 28 febbraio al 21 marzo scorsi, con un’appendice conviviale il 29 marzo.
All’iniziativa hanno preso parte coppie che hanno già deciso di adottare o che si stanno avvicinando a questa esperienza, provenienti da varie località abruzzesi e una anche dalle Marche. Ad accompagnarle, in un percorso guidato da Giancarlo Diodati, Antonio, Ines, Fabio, Stefania, Giovanna e Donato, genitori adottivi che hanno testimoniato con passione la pienezza della loro vita, la psicologa e psicoterapeuta Chiara Monticelli e il presidente di Famiglie per l’Accoglienza Abruzzo, Marco Bulferi.
Già, una vita piena: come detto sin dal primo incontro, l’adozione è un’esperienza che parte da una pienezza, mai da un vuoto da colmare, per dare sin da subito il senso di un cammino che – attraverso parole come attesa, accoglienza, desiderio, grazia, spazio, paternità e maternità, cambiamento, approfondite da testi di Luisa Bassani e Anna Campiotti Marazza – ha letteralmente “travolto” i partecipanti.
Siamo felici e sereni – raccontano Francesco ed Emanuela – perché, anche se il corso è stato breve, noi siamo cresciuti tanto, abbiamo capito in cosa consiste il percorso dell’adozione, non sempre facile, ci siamo resi conto di quello che ci aspetta, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo detto: certo, ci potranno essere tante difficoltà, ma noi ce la possiamo fare!
Conclude Giancarlo Diodati: Esco da questo cammino con un profondo senso di gratitudine. Le belle amicizie che sono nate mi convincono ancor più del fatto che il sano desiderio di un figlio può essere lo spunto per riconoscersi fatti da un desiderio più grande e scoprirlo anche in altri con i quali condividere il percorso della vita.